
Nella mattinata del 25 marzo 2025, la terza commissione consiliare ha ospitato audizioni sul disegno di legge presentato dall’assessore Roberto Failoni, riguardante la regolamentazione degli impianti a fune e delle piste da sci in Trentino. La proposta ha suscitato un ampio dibattito, evidenziando un netto contrasto tra le opinioni degli imprenditori e quelle delle associazioni ambientaliste.
Il sostegno degli imprenditori
Durante le audizioni, diversi rappresentanti del settore imprenditoriale hanno espresso un forte sostegno al disegno di legge. Cristian Gasperi, vicepresidente della sezione impianti a fune di Confindustria, ha dichiarato che il provvedimento rappresenta una risposta necessaria a una situazione critica per le aree sciabili trentine. Secondo Gasperi, la mancanza di interventi adeguati avrebbe potuto compromettere gravemente la funzionalità e la competitività di queste aree, con ripercussioni negative per tutti gli operatori del settore. Anche Roberto Pallanch, del Coordinamento imprenditori, ha sostenuto che il disegno di legge non solo favorirà lo sviluppo del settore turistico invernale, ma contribuirà anche a promuovere un turismo montano più ampio. Pallanch ha sottolineato l’importanza di considerare nuove forme di fruizione della montagna, come lo scialpinismo e l’uso delle biciclette, per diversificare l’offerta turistica. Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti, ha aggiunto che un equilibrio tra le diverse attività montane può apportare benefici significativi all’economia locale. Infine, Giovanni Battaiola, presidente degli Albergatori, ha evidenziato la crescente domanda di accesso a luoghi panoramici anche da parte di chi non scia, suggerendo la necessità di trovare soluzioni adeguate.
Le obiezioni delle associazioni ambientaliste
Dall’altra parte, le associazioni ambientaliste hanno sollevato preoccupazioni significative riguardo al disegno di legge. Rappresentanti di Wwf, Italia Nostra e Legambiente hanno espresso il loro dissenso, evidenziando che il provvedimento introduce elementi problematici, in particolare per quanto riguarda la semplificazione delle procedure e l’assenza di criteri ambientali rigorosi. Secondo le associazioni, la proposta contrasta con la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile, specialmente in un contesto di cambiamento climatico che rende inopportune nuove piste da sci. Hanno anche chiesto che le Asuc e i Comuni siano coinvolti nella Conferenza dei servizi per garantire una maggiore partecipazione nelle decisioni. Il presidente della Sat, Cristian Ferrari, ha criticato il disegno di legge, affermando che le modifiche normative potrebbero danneggiare la tutela del territorio e i diritti dei cittadini, consentendo a pochi interessi di ottenere autorizzazioni per grandi opere turistiche con procedure eccessivamente semplificate. Ha messo in evidenza anche l’«estensione arbitraria delle aree sciabili» e la possibile violazione del diritto di accesso ai sentieri di montagna.
Il dibattito continua a infiammare gli animi, con il presidente del Consiglio delle autonomie, Paride Gianmoena, che ha sottolineato l’importanza di una maggiore centralità dei Comuni nelle decisioni riguardanti il territorio. La questione rimane aperta, con la necessità di trovare un equilibrio tra sviluppo turistico e tutela ambientale.