
Il Consiglio regionale della Liguria ha recentemente riaperto il dibattito sull’idea di affondare navi militari dismesse al largo delle proprie coste, proposta già emersa nel 2021. L’iniziativa, presentata durante l’ultima sessione del Consiglio, mira a incentivare il turismo subacqueo e a creare barriere artificiali. La proposta ha generato un acceso confronto tra favorevoli e contrari.
Il 3 gennaio 2025, il Consiglio ha approvato con 18 voti favorevoli e 11 contrari l’ordine del giorno presentato da Alessandro Bozzano, consigliere di Vince Liguria–Bucci Presidente. Questo impegno chiede alla giunta di esaminare le condizioni giuridiche necessarie per rendere compatibile l’affondamento controllato delle navi della Marina Militare, valutando anche eventuali alternative. La questione centrale è se l’affondamento sia praticabile e come possa essere realizzato nel rispetto delle normative vigenti.
Le preoccupazioni ambientali
Le preoccupazioni relative all’ambiente e alla legalità sono emerse in modo significativo. Aurelio Caligiore, ammiraglio ispettore del Corpo della Guardia Costiera, ha avvertito che l’affondamento potrebbe violare convenzioni internazionali, come la Convenzione del 1972, che regola l’inquinamento marino, e il Protocollo I della Barcelona Convention del 1995, che proibisce l’affondamento di navi per prevenire l’inquinamento. Queste preoccupazioni sono state amplificate dalla consigliera Selena Candia, che ha sottolineato il rischio di contaminazione dell’ecosistema marino a causa di materiali tossici presenti nelle navi se non rimossi adeguatamente.
Vantaggi e svantaggi dell’affondamento controllato
L’affondamento controllato di navi dismesse per scopi turistici è una pratica già adottata in vari paesi, ma presenta significativi rischi. Tra i potenziali vantaggi ci sono la creazione di habitat marini, poiché i relitti possono diventare substrati per organismi marini e favorire la biodiversità. Inoltre, le strutture sommerse possono ostacolare la pesca a strascico illegale, contribuendo alla conservazione degli ecosistemi.
Un altro vantaggio è la promozione del turismo subacqueo, poiché i relitti possono attrarre subacquei e appassionati, stimolando l’economia locale attraverso il turismo sostenibile legato alle immersioni. Tuttavia, i rischi non sono trascurabili. Se le navi non vengono bonificate, possono rilasciare sostanze tossiche, compromettendo l’ambiente marino. Inoltre, relitti possono alterare l’equilibrio naturale, rendendo le specie ittiche più vulnerabili alla pesca intensiva e rappresentando un ostacolo per la navigazione.
Esempi internazionali di affondamento controllato
Ci sono esempi di navi affondate per scopi turistici, come la portaerei della Marina degli Stati Uniti affondata nel 2006 al largo della Florida, o la fregata canadese HMCS Annapolis, affondata nel 2015 in British Columbia. Anche la nave da sbarco HMAS Tobruk è stata affondata nel 2018 al largo del Queensland. Un altro caso è quello dell’ex nave della Marina degli Stati Uniti Kittiwake, affondata nel 2011 nelle Isole Cayman. Questi interventi hanno richiesto valutazioni approfondite, ma la proposta ligure riguarda un numero imprecisato di navi, sollevando interrogativi sulla loro specificità e sul numero esatto.
La necessità di valutazioni attente
È cruciale che ogni progetto di affondamento controllato sia preceduto da una valutazione ambientale rigorosa e che vengano seguite linee guida internazionali per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’intervento. È fondamentale ricordare le esperienze passate della Regione, dove decisioni prese per promuovere il turismo hanno avuto conseguenze negative sugli ecosistemi. La questione di affondare navi militari dismesse richiede una riflessione profonda, tenendo conto del benessere dell’intero ecosistema marino.