
Quando si discute delle conseguenze dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta, si tende a focalizzarsi su eventi meteorologici estremi come siccità, ondate di calore e alluvioni. Tuttavia, è fondamentale considerare anche gli effetti invisibili che si manifestano sotto la superficie degli oceani. Le attività umane hanno un impatto significativo su tutti gli ecosistemi, e uno degli effetti più preoccupanti delle emissioni di CO2 è l’acidificazione degli oceani.
Il fenomeno dell’acidificazione
Ogni anno, il nostro pianeta rilascia enormi quantità di CO2 nell’atmosfera, principalmente a causa della combustione di fonti fossili. Nel 2024, sono state immesse nell’ambiente circa 1 miliardo di tonnellate in più rispetto all’anno precedente. Di questo, circa il 30% viene assorbito dagli oceani, come evidenziato nel rapporto dell’IPCC sullo stato degli oceani. Questo assorbimento, sebbene riduca le concentrazioni di CO2 atmosferico, provoca una serie di reazioni chimiche che abbassano il pH delle acque marine, aumentando così la loro acidità. Questa variazione, sebbene impercettibile per l’uomo, ha effetti devastanti sugli organismi marini.
La CO2 disciolta in acqua si trasforma in acido carbonico (H2CO3), il quale si dissocia rapidamente producendo ioni idrogeno (H+). Questo processo provoca una diminuzione del pH dell’acqua, aumentando l’acidità. Le conseguenze di questo fenomeno sono particolarmente gravi per molte specie marine, che dipendono dal carbonato di calcio per la costruzione di gusci e altre strutture corporee.
Impatto sulla biodiversità marina
L’acidificazione delle acque marine ha un effetto diretto su numerosi organismi viventi. Un abbassamento del pH porta a una diminuzione del carbonato di calcio, essenziale per coralli, plancton e crostacei. Questi organismi utilizzano il carbonato di calcio per costruire i loro gusci e altre parti dure del corpo. Un’acqua più acida non solo contribuisce allo sbiancamento dei coralli, ma riduce anche la loro capacità di riprodursi. Questo fenomeno ha ripercussioni a cascata sull’intero ecosistema marino, influenzando la catena alimentare che arriva fino agli esseri umani.
Studi recenti hanno dimostrato che in acque più acide, i pesci tendono a riprodursi meno, il che potrebbe portare a una diminuzione delle popolazioni ittiche. La perdita di biodiversità non riguarda solo la fauna marina, ma ha anche un impatto diretto sull’economia e sulla sicurezza alimentare delle comunità costiere.
Ruolo delle alghe e delle piante marine
Nonostante gli effetti negativi dell’acidificazione, alcuni organismi possono trarre vantaggio dall’aumento della CO2 disciolta. Le alghe e le piante marine, in particolare, possono incrementare la loro capacità di fotosintesi, contribuendo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli ambienti noti come blue carbon, che includono mangrovie, saline e praterie di fanerogame marine, sono in grado di immagazzinare carbonio, svolgendo una funzione simile a quella delle foreste terrestri.
Recenti ricerche hanno evidenziato il potenziale delle alghe coralline, che coprono vaste aree delle piattaforme costiere globali. Uno studio pubblicato su Nature Communications ha dimostrato che queste alghe possono catturare fino a 1,35 grammi di carbonio per metro quadrato al giorno, superando le prestazioni di altre macroalghe.
Strategie per la mitigazione
Per affrontare gli effetti del cambiamento climatico, è fondamentale implementare misure che favoriscano lo stoccaggio del carbonio negli ecosistemi costieri. Esperimenti con allevamenti di macroalghe offshore sono in corso per abbassare il livello di CO2 nell’atmosfera. Tuttavia, gli scienziati avvertono che i benefici climatici degli ecosistemi blue carbon potrebbero risultare modesti se non accompagnati da una rapida riduzione delle emissioni di gas serra.
Inoltre, questi ecosistemi sono minacciati da ondate di calore sempre più frequenti, con perdite di superficie che raggiungono il 36-43% in alcune aree. Questo scenario sottolinea l’urgenza di progetti di conservazione marina e la necessità di affrontare l’acidificazione degli oceani, un fenomeno spesso trascurato ma strettamente legato ad altre conseguenze dei cambiamenti climatici.