Intervento innovativo ridona la vista a due fratelli privi di iride

Due giovani fratelli hanno ricevuto una nuova opportunità per migliorare la loro vista grazie a un intervento innovativo presso l’Ospedale Molinette di Torino, avvenuto il 15 marzo 2025. Entrambi i pazienti soffrivano di una rara condizione genetica nota come Aniridia congenita, che comporta l’assenza di iride e gravi anomalie oculari.

Intervento innovativo e approccio multidisciplinare

L’operazione, definita “rivoluzionaria” dai medici, ha previsto un approccio multidisciplinare che ha affrontato tre problematiche principali: il trattamento del glaucoma, la rimozione della cataratta e l’inserimento di iridi artificiali. Durante l’intervento, il giovane di 17 anni ha scelto un iride di tonalità verde, mentre la sorella di 24 anni ha optato per un marrone scuro, personalizzando così il risultato finale.

Decisioni mediche e risultati dell’intervento

Il dottor Michele Reibaldi, direttore dell’Oculistica Universitaria della Città della Salute, ha preso la decisione di operare entrambi i fratelli lo stesso giorno per prevenire un ulteriore deterioramento della loro vista. Nonostante le terapie precedenti, il glaucoma aveva continuato a progredire, ma grazie a un dispositivo mininvasivo impiantato durante l’intervento, è stata possibile la riduzione della pressione oculare e l’arresto della perdita visiva. La cataratta giovanile è stata rimossa e sostituita con un cristallino artificiale, seguita dall’inserimento di iridi artificiali all’avanguardia.

Miglioramenti e riconoscimenti

I medici della Città della Salute hanno comunicato che entrambi i pazienti hanno riscontrato un notevole miglioramento della loro visione e hanno buone possibilità di preservare la vista in futuro. “Ora possono finalmente guardare il mondo con occhi nuovi”, hanno dichiarato.

Eccellenza sanitaria e competenze

Il commissario Thomas Schael ha elogiato l’intervento, sottolineando l’eccellenza delle competenze e delle tecnologie disponibili presso la Città della Salute e della Scienza. Ha affermato che l’ospedale rappresenta un Dea di terzo livello, capace di competere con le migliori strutture sanitarie in Europa.

Cristina Vanghi:
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