In Italia sono attivi 214 centri specializzati per i disturbi alimentari

Aumenta il numero di centri dedicati ai disturbi dell’alimentazione in Italia, con un totale di 214 strutture tra centri di cura e associazioni. Questo dato è emerso da una recente analisi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che ha registrato un incremento di 34 unità rispetto alla precedente rilevazione effettuata ad ottobre 2024, quando erano 180. Le informazioni aggiornate sono state pubblicate in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che si celebra il 15 marzo, dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare.

Distribuzione dei centri di cura

A febbraio 2025, la mappatura dell’ISS ha rivelato che 132 dei centri registrati fanno parte del Servizio Sanitario Nazionale, mentre 32 appartengono al settore privato accreditato convenzionato e 50 sono associazioni. Tra i centri di cura, uno su cinque è attrezzato per accogliere anche minori di 6 anni. La distribuzione geografica dei centri mostra che 79 si trovano al Nord, 34 al Centro Italia e 51 tra il Sud e le Isole. La maggior parte di queste strutture è orientata a trattare persone di età compresa tra 13 e 45 anni, ma il 51% dei centri ha dichiarato di poter assistere anche ragazzi e ragazze nella fascia di età 7-12 anni.

Associazioni e volontariato

Per quanto riguarda le associazioni registrate nella piattaforma dell’ISS, 32 si trovano al Nord, 10 al Centro e 8 tra il Sud e le Isole. Queste associazioni sono principalmente composte da familiari, che rappresentano il 90% del totale, seguiti da cittadini volontari (68%), volontari professionisti (56%) e persone che hanno vissuto esperienze di disturbi dell’alimentazione e nutrizione (30%). Questo dato evidenzia l’importante ruolo del volontariato e del supporto familiare nel campo della salute mentale e dei disturbi alimentari.

Aggiornamento continuo dei servizi

“La mappatura – ha dichiarato Luisa Mastrobattista, del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – è in continuo aggiornamento, per rendere visibile in tempo reale le informazioni sui servizi e facilitare l’accesso alle cure e agli interventi più appropriati”. Questo approccio mira a garantire che le persone in difficoltà possano trovare facilmente il supporto necessario, contribuendo così a una maggiore consapevolezza e a un miglioramento della salute pubblica.

Eleonora Berlutti: