
L’analisi dell’Istat sulla **contabilità ambientale** offre un quadro complesso della relazione tra **crescita economica** e **sostenibilità** in **Italia**. Nel report “Crescita e sostenibilità”, pubblicato nel 2025, si evidenzia come, malgrado un incremento del **Prodotto Interno Lordo (PIL)** del 4,7% nel 2022 e dello 0,7% nel 2023, i principali **indicatori fisici** legati all’**ambiente** mostrino segni di **declino**. In particolare, il **consumo di energia** è diminuito in entrambi gli anni, mentre le **emissioni di gas serra** e il **consumo di materiali interni** hanno registrato una flessione solo nel 2023. L’Istat parla di un processo di **”decoupling”**, ovvero un **disaccoppiamento** tra la **crescita economica** e l’**impatto ambientale**, suggerendo un’apparente conquista della **sostenibilità**.
La disconnessione tra crescita economica e impatto ambientale
L’analisi dell’Istat solleva interrogativi sulla reale efficacia di questa presunta minore **pressione ambientale**. Nonostante i dati presentati, l’**ambientalismo** italiano non può considerarsi soddisfatto. Tre indicatori, che comprendono il **consumo energetico**, le **emissioni climalteranti** e il **consumo di materiali**, non possono esaurire il dibattito sulla **sostenibilità**. Elementi cruciali come la **biodiversità**, la **qualità del suolo**, delle **acque** e dell’**aria**, nonché la **salute del paesaggio**, non sono stati adeguatamente considerati. Inoltre, l’assenza di dati sulle **pressioni** esercitate su questi aspetti fondamentali solleva dubbi sulla completezza delle informazioni fornite. La mancanza di dati sulle **emissioni inquinanti** e sulla **produzione di rifiuti** evidenzia una lettura riduttiva della situazione, che non rende giustizia alla complessità del problema **ambientale**.
La contabilità ambientale e i suoi limiti
La **contabilità ambientale**, introdotta in **Italia** nel 2013, si concentra sugli **impatti diretti** delle attività economiche, trascurando quelli **indiretti**. Questa lacuna è particolarmente significativa per **l’Italia**, dove la maggior parte dei beni e servizi consumati è **importata**. Non considerare le **emissioni** generate lungo l’intera **filiera produttiva** fino al **consumo finale** in **Italia** rappresenta una grave omissione. I dati che si ottengono dal punto di vista della **produzione** sono spesso inferiori rispetto a quelli che si potrebbero ottenere analizzando il **consumo**. Questo porta a una visione distorta della relazione tra **crescita economica** e **impatto ambientale**, rendendo difficile sostenere l’idea di un reale **disaccoppiamento** nel lungo termine.
Le spese per la protezione ambientale in aumento
Nonostante le critiche, il report dell’Istat fornisce informazioni preziose sulla **spesa per la protezione ambientale**. Nel 2022, la spesa ha registrato un incremento, assorbendo una parte significativa del **PIL** italiano. Le spese per la **gestione dei rifiuti**, che ammontano a 23,6 miliardi di euro, rappresentano il 45,8% della spesa totale per la **protezione ambientale**. Anche le spese per la **gestione delle acque reflue** sono aumentate, evidenziando l’importanza di queste attività nel panorama **italiano**. Con un’incidenza della spesa per la **protezione ambientale** sul **PIL** pari al 2,6%, **l’Italia** si colloca al di sopra della media **europea**, stimata al 2,2%.
Un quadro complesso e dati da esplorare
Il report dell’Istat contiene ulteriori **dati** e informazioni, compresi confronti a livello **europeo**. È fondamentale consultare il **database** dell’Istat per approfondire ulteriormente questi temi, che offrono spunti di riflessione sulla **sostenibilità** in **Italia**. I dati disponibili permettono di analizzare quali **settori economici** contribuiscono maggiormente alle **emissioni di particolato**, fornendo strumenti utili per comprendere e affrontare le **sfide ambientali** attuali. La lettura di queste informazioni è essenziale per una comprensione più profonda delle **dinamiche economiche** e **ambientali** del paese, in un contesto globale sempre più interconnesso.