CREMONA – Il presidente del consiglio comunale, Luciano Pizzetti, ha espresso la sua opinione riguardo alla questione dell’impiego dei fondi Tamoil per la riqualificazione dei giardini di piazza Roma. Questa proposta, avanzata dallo stesso Pizzetti insieme all’assessore Simona Pasquali, ha suscitato un acceso dibattito politico all’interno della città, attirando critiche dai consiglieri del Partito Radicale, Sergio Ravelli e Gino Ruggeri.
Il contesto della questione
Pizzetti ha iniziato la sua esposizione facendo riferimento agli eventi che hanno segnato l’inizio della questione. All’inizio del 2010, Tamoil annunciò inaspettatamente la chiusura della produzione, trasformando l’impianto in un deposito. Questo portò a centinaia di licenziamenti, mettendo in grave difficoltà molte famiglie. Pizzetti ha sottolineato l’impatto sociale di questa decisione, definendolo una “bomba sociale” per una realtà come Cremona. Ha evidenziato che, oltre al danno ambientale già esistente, si aggiungeva un danno sociale significativo. “Per alcuni, il destino dei lavoratori sembra secondario. Per me non lo è affatto”, ha affermato Pizzetti, ribadendo che anche l’allora sindaco Oreste Perri e i sindacati avevano a cuore la situazione dei lavoratori. La strategia adottata prevedeva due fasi: la prima mirava a garantire prospettive lavorative immediate per i licenziati, mentre la seconda si concentrava sulla bonifica ambientale.
Le fasi della strategia
Il presidente ha continuato spiegando che, una volta raggiunti i primi obiettivi, il passo successivo era quello di far pagare a Tamoil i danni causati alla città e obbligarla al risanamento. Pizzetti ha chiarito che era impraticabile tentare di gestire simultaneamente la salvaguardia dei lavoratori e le azioni legali contro Tamoil per il risarcimento dei danni ambientali. Questo conflitto di interessi avrebbe compromesso entrambe le azioni.
Il risarcimento e la sicurezza
In merito al risarcimento parziale, Pizzetti ha riconosciuto il contributo di Gino Ruggeri, sottolineando che il Comune ha lavorato per garantire la sicurezza operativa delle Canottieri, un valore che ha superato l’importanza del risarcimento stesso. Ha aggiunto che, una volta conclusa la questione sociale, il Comune si è dedicato completamente alla questione ambientale, affiancando il Ministero dell’Ambiente contro Tamoil. Pizzetti ha respinto le accuse di mistificazione, chiarendo che la delibera riguardante l’allocazione del milione di euro di risarcimento risale al 2019 e non è mai stata attuata.
La commissione e il consenso
Il presidente ha spiegato che la commissione incaricata di valutare le proposte era composta principalmente da esperti tecnici, con la sola eccezione di un rappresentante eletto, il presidente stesso. Dopo le elezioni e il rinnovo del consiglio comunale, la nuova maggioranza ha ricevuto un ampio consenso, e Pizzetti ha proposto di coinvolgere tutte le rappresentanze consiliari nel processo decisionale riguardo all’uso delle risorse.
La gestione delle risorse
Pizzetti ha chiarito che non ha accumulato potere, ma piuttosto ha cercato di condividerlo. Ha inoltre sottolineato che la vecchia delibera si riferiva a un milione di euro, mentre ora il valore è aumentato a due milioni e quattrocentomila, con la speranza che ulteriori risorse possano arrivare grazie all’azione del Ministero. La proposta, concordata con il sindaco e l’assessore, è stata accettata da tutti i capigruppo, con l’unica esitazione da parte del rappresentante di Forza Italia.
Interventi sugli spazi pubblici
Infine, Pizzetti ha ribadito che gli interventi previsti riguarderanno esclusivamente gli spazi pubblici e non quelli privati, come nel caso di Tamoil. Ha affermato che l’ambiente urbano deve essere un sistema di vita ottimale, dove una città pulita e ben curata è essenziale per la sicurezza dei cittadini. La riqualificazione degli spazi pubblici, secondo Pizzetti, rispetta il mandato della precedente delibera riguardante gli interventi ambientali. Ha concluso affermando che le risorse disponibili devono essere utilizzate in modo responsabile, lasciando al consiglio comunale la decisione finale sull’allocazione.