Crema online: la falena Daphnis Nerii e la sua importanza ambientale nel padano

Recentemente, in Italia, è stata scoperta una nuova specie di farfalla, la Psychidae diplodoma giulioregenii, dedicata alla memoria di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano tragicamente torturato e ucciso in Egitto. La notizia di questo significativo ritrovamento è stata diffusa da giornali nazionali e riviste specializzate, evidenziando il lavoro di un team di ricercatori del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria). Questi studiosi si concentrano sulla biodiversità dei lepidotteri in una zona ecologicamente ricca e diversificata del Sud Italia, sottolineando l’importanza di un patrimonio biologico ancora in gran parte inesplorato. La scoperta di nuove specie è fondamentale per migliorare la comprensione delle reti ecologiche e delle interazioni tra specie in ambienti forestali, contribuendo così alla conservazione e alla conoscenza degli ecosistemi locali.

La sfinge dell’oleandro

L’eccezionale biodiversità degli ambienti forestali nel Sud Italia, situati vicino al bacino subtropicale e mediterraneo, offre rifugio e nutrimento a un gran numero di specie di uccelli e insetti durante le migrazioni stagionali verso nord. Sorprendentemente, anche numerosi lepidotteri si rivelano migratori. Tra questi, la sfinge dell’oleandro è una specie residente nel Sud del Mediterraneo, che si spinge come migrante fino al Nord Europa. Alcuni esemplari si sono stabiliti anche al Nord Italia, grazie ai cambiamenti climatici che hanno portato a inverni più miti. Questa falena, pur essendo un migrante, ha trovato un habitat favorevole anche in regioni più settentrionali, dove le temperature invernali sono superiori alla media.

Daphnis nerii in Padania

L’habitat della sfinge dell’oleandro, nota scientificamente come Daphnis nerii, si caratterizza per ambienti caldo-umidi, con periodi di siccità prolungati durante la primavera e l’estate. La pianta ospite prediletta dai bruchi è l’oleandro, una pianta comune nei parchi, nei giardini privati e lungo le strade, famosa per i suoi fiori dai colori vivaci. Tuttavia, è importante notare che le sue parti sono altamente tossiche per l’uomo se ingerite. Nonostante ciò, le splendide falene si nutrono del nettare dei fiori dell’oleandro e di altre piante. Osservare questa falena, considerata molto rara nell’area cremasca padana, può risultare complesso, poiché è più comune nel bacino lacustre del Garda. Spesso descritta come la più bella falena d’Europa, è molto ricercata dai fotografi naturalisti. Questa specie appartiene alla famiglia degli sphingidae e si distingue per la sua morfologia, con ali che possono superare i dieci centimetri di apertura. Il suo disegno aerodinamico presenta un fondo verde oliva, sfumato in tonalità di viola, bianco, rosa e marrone, rendendola altamente mimetica mentre si riposa tra le fronde dell’oleandro durante il giorno, pronta a volare non appena cala l’oscurità.

Eleonora Berlutti:
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