Uno studio recente, condotto da un team multidisciplinare di scienziati guidato da Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia, ha portato alla luce un innovativo metodo statistico per identificare i pazienti a maggior rischio di infezione da Covid-19, così come quelli potenzialmente più protetti. Questo approccio si basa sull’analisi delle molecole HLA, fondamentali per il rigetto dei trapianti.
Pierpaolo Correale, responsabile dell’Unità di Oncologia Medica presso l’ospedale Grande Metropolitano ‘Bianchi Melacrino Morelli’ di Reggio Calabria, ha spiegato all’ANSA che “la qualità di queste molecole determina la capacità del sistema immunitario di rispondere in modo efficace o, al contrario, di soccombere alla malattia”. In sostanza, lo studio evidenzia come il corredo genetico di un individuo influisca sulla sua risposta immunitaria. Coloro che possiedono molecole HLA di alta qualità, secondo i risultati, hanno maggiori possibilità di affrontare il Covid-19 e altri virus pandemici.
Risultati dello studio
I risultati di questa ricerca, pubblicati nel 2025 sul Journal of Translational Medicine e brevettati dai ricercatori, rivelano che gli “alleli” HLA non sono distribuiti uniformemente in tutto il territorio italiano. Questa variabilità potrebbe spiegare le differenze nella diffusione del Covid-19 durante le prime ondate, con il Sud Italia che ha mostrato una minore esposizione rispetto alle regioni settentrionali.
Il metodo sviluppato dai ricercatori non si limita solo al Covid-19, ma potrebbe essere applicato anche in altre patologie infettive, oncologiche e autoimmunitarie. Questo approccio offre una nuova prospettiva per identificare i pazienti a rischio e migliorare le strategie di prevenzione e trattamento.
Analisi epidemiologica
La parte epidemiologica dello studio ha esaminato tutti i casi di Covid-19 registrati in Italia, utilizzando i dati forniti dalla Banca dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Successivamente, i ricercatori hanno analizzato 75 pazienti affetti da Covid-19, provenienti dall’ospedale di Reggio Calabria e dal Cotugno di Napoli, oltre a 450 donatori sani. Questi dati hanno permesso di sviluppare un modello statistico robusto, capace di prevedere la risposta immunitaria basata sulle caratteristiche genetiche dei pazienti.
La ricerca di Giordano e del suo team rappresenta un passo significativo nella comprensione delle variabili genetiche che influenzano la risposta al Covid-19. La possibilità di identificare i soggetti più vulnerabili potrebbe avere un impatto notevole sulle politiche sanitarie future e sulla gestione delle pandemie.