I giovani italiani mostrano una crescente consapevolezza ambientale, ma la loro attitudine pratica lascia a desiderare. Secondo un’indagine condotta dall’Istat nel 2025, il 60,7% dei ragazzi sotto i 24 anni si dichiara preoccupato per almeno cinque problemi ecologici, con i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico in cima alla lista. Questo dato è superiore al 57,1% degli over 55. Tuttavia, la loro attenzione si traduce in azioni concrete solo in misura limitata: solo il 52,5% dei giovani tra i 14 e i 24 anni si impegna a risparmiare acqua, e il 51,6% si sforza di ridurre i consumi energetici. Al contrario, tra gli over 55, queste percentuali salgono notevolmente, raggiungendo il 74,7% e il 77,4% rispettivamente.
L’analisi mette in evidenza un contrasto significativo tra le intenzioni e le azioni dei giovani. Nonostante le buone intenzioni, solo uno su due si impegna attivamente a evitare sprechi. In confronto, tra i “boomer”, circa tre su quattro adottano comportamenti virtuosi. Questa informazione proviene dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, che ha coinvolto un campione di 25mila famiglie italiane in 800 Comuni su tutto il territorio nazionale.
Le preoccupazioni ambientali degli italiani
Un altro aspetto significativo emerso dall’indagine riguarda le principali preoccupazioni degli italiani in materia ambientale. I cambiamenti climatici sono considerati la minaccia più grande del nuovo millennio. Nel 1998, un italiano su tre (il 36%) li indicava come principale fonte di preoccupazione; oggi, tale percentuale è cresciuta, con il 58,1% degli italiani che li considera un grave problema. L’inquinamento atmosferico, invece, rimane un tema costante per un italiano su due da oltre vent’anni.
Le differenze generazionali si manifestano anche nelle specifiche preoccupazioni ambientali. Il 40,3% dei giovani esprime timore per l’inquinamento delle acque, il 30,5% per la perdita di biodiversità e il 28,3% per l’esaurimento delle risorse naturali. Inoltre, il 24,8% desidera attivamente contribuire alla salvaguardia delle foreste. Per gli over 55, la priorità cambia: il 36,8% è preoccupato per lo smaltimento dei rifiuti, il 36% per l’inquinamento delle acque e il 32,4% per il dissesto idrogeologico.
Donne più impegnate per l’ambiente
L’indagine dell’Istat mette in luce anche una differenza di genere nell’adozione di comportamenti ecologici. Le donne tendono ad essere più attente rispetto agli uomini. Nel campo della spesa alimentare, ad esempio, il 41,6% delle donne legge con attenzione le etichette degli ingredienti, contro il 30,8% degli uomini. Inoltre, il 15,9% delle donne acquista prodotti biologici, rispetto al 12,3% degli uomini, e il 25,2% compra beni a chilometro zero, contro il 21,8% degli uomini.
Il divario si evidenzia anche nel comportamento verso gli sprechi: il 73,6% delle donne cerca di non sprecare energia, mentre il 68,9% degli uomini fa lo stesso. Per quanto riguarda il consumo di acqua, il 71,9% delle donne si mostra coscienzioso, rispetto al 65,9% degli uomini. Questi dati suggeriscono che le donne sono più inclini a mettere in pratica comportamenti sostenibili nella vita quotidiana.