
Un’iniziativa significativa è stata avviata dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con Boehringer Ingelheim, per offrire un sostegno concreto a persone vulnerabili, tra cui immigrati, senzatetto e cittadini in difficoltà economica e affetti da malattie croniche. Il progetto, denominato Health as an Opportunity to Promote Equity – H.o.p.e, è stato lanciato presso l’ex Ospedale San Gallicano a Roma nel 2025. Questa iniziativa mira a fornire servizi di assistenza sanitaria a migliaia di “invisibili” privi di dimora, che spesso non hanno accesso a cure mediche adeguate. Tra le prestazioni offerte figurano screening cardio-nefro-metabolico, che includono misurazioni di glicemia, pressione arteriosa, peso corporeo e altezza, utili per la diagnosi precoce delle principali malattie croniche, oltre a programmi di informazione e prevenzione sui fattori di rischio.
Il contesto della povertà e della salute a Roma
Nel 2022, l’Istat ha registrato in Italia oltre 96mila persone senza fissa dimora, con una percentuale significativa di queste che risiede nell’Area Metropolitana di Roma. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio fio.Psd nello stesso anno, solo il 63,2% delle persone senza dimora nella Capitale, in particolare tra i cittadini comunitari ed extracomunitari, ha un medico di medicina generale di riferimento, limitando così l’accesso alle cure. Questa situazione evidenzia un grave problema di accesso ai servizi sanitari per le fasce più vulnerabili della popolazione, che spesso si trovano escluse dal sistema sanitario nazionale.
Collaborazione tra pubblico e privato nel settore della salute
Stefano Carmenati, Amministratore Delegato della Comunità di Sant’Egidio, sottolinea l’importanza di creare forti sinergie tra il welfare pubblico e il settore privato. Le aziende operanti nel campo della salute possono fornire un contributo significativo, portando innovazioni e soluzioni efficaci per affrontare le problematiche legate all’accesso alle cure. Recenti indagini, come quella condotta da CliCon, rivelano che le interconnessioni cardio-nefro-metaboliche (Crm) colpiscono quasi 11,6 milioni di persone in Italia, con 4,7 milioni che presentano la co-presenza di più di 2,5 fattori di rischio cardio-renale-metabolico. Tali dati evidenziano la necessità di interventi mirati e di una maggiore integrazione tra i vari attori del sistema sanitario.
Obiettivi e fasi del progetto H.o.p.e
Il progetto H.o.p.e. non si limita a uno screening, ma rappresenta un’opportunità concreta per migliorare l’accesso alla salute per coloro che vivono ai margini del sistema sanitario. Giusi Lecce, Responsabile medico-scientifico dell’Hub Salute e Prevenzione della Comunità di Sant’Egidio, spiega che il programma prevede una prima fase di formazione e informazione riguardante il diabete, l’ipertensione e le malattie croniche non trasmissibili. Questa formazione è condotta da personale sanitario qualificato, tra cui infermieri e medici, con il supporto di un mediatore culturale per garantire una comunicazione efficace. La seconda fase del progetto prevede uno screening approfondito, durante il quale verranno misurati parametri chiave per identificare precocemente condizioni di rischio e indirizzare i pazienti verso percorsi di cura adeguati.
L’iniziativa H.o.p.e. si configura quindi come un passo importante verso una maggiore equità nell’accesso ai servizi sanitari, mirando a ridurre le disuguaglianze e a tutelare la salute delle persone più fragili nella capitale italiana.