
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ha recentemente adottato la metagenomica, una tecnica innovativa che sta rivoluzionando il campo della diagnostica genetica. Questa metodica ha già dimostrato di essere cruciale nel salvare la vita di bambini affetti da malattie causate da batteri precedentemente considerati ‘invisibili’. Grazie all’integrazione di sequenziamento genomico avanzato, intelligenza artificiale e competenze multidisciplinari, i medici sono ora in grado di identificare patogeni mai osservati prima, offrendo diagnosi rapide e terapie specifiche per i piccoli pazienti, specialmente per coloro che presentano patologie che compromettono il sistema immunitario, esponendoli a infezioni potenzialmente letali.
La metagenomica come strumento diagnostico
Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia presso il Bambino Gesù, illustra il funzionamento della metagenomica: “Si tratta di un’analisi completa di tutto il materiale genetico dei germi presenti in un campione, che può essere sangue, liquor, tessuti o altri fluidi corporei. Oggi non ci limitiamo a cercare un singolo patogeno, ma esploriamo l’intero panorama microbico presente”. Questo approccio rappresenta una vera e propria innovazione nel campo della diagnostica, permettendo di affrontare le sfide cliniche con una visione globale.
La presenza di un team specializzato di bioinformatici è fondamentale per il successo di questa tecnica. Questi esperti sono in grado di interpretare le sequenze metagenomiche, trasformando i dati grezzi generati dai sofisticati macchinari di sequenziamento nei laboratori di Roma-San Paolo in informazioni utili per la diagnosi clinica. Questo processo è cruciale per garantire che i medici possano agire tempestivamente e con precisione.
Esempi di successo nella diagnosi di infezioni rare
La metagenomica ha già portato a diagnosi di infezioni rare e potenzialmente fatali. Perno sottolinea alcuni casi emblematici, come quello di bambini che hanno sviluppato shock settico a causa del Lactococcus garvieae, un batterio tipico della trota, che è estremamente raro negli esseri umani e non era mai stato precedentemente ricercato in contesti clinici. Un altro esempio riguarda un paziente immunocompromesso, in cui un fungo del grano, Ustilago maydis, ha causato un’infezione grave. In entrambe le situazioni, l’adozione della metagenomica ha permesso di identificare i patogeni che altrimenti sarebbero rimasti invisibili, salvando così la vita dei piccoli pazienti.
La capacità di rilevare questi organismi patogeni, che non sarebbero stati individuati con le tecniche tradizionali, rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro le malattie infettive nei bambini. L’approccio globale della metagenomica offre nuove speranze e opportunità per migliorare le cure e i risultati clinici per i pazienti più vulnerabili.