
Ogni anno in Italia si registrano circa 55.000 nuovi casi di tumore al seno. Le possibilità di guarigione dopo una diagnosi sono notevolmente aumentate rispetto al passato, grazie ai progressi nella ricerca. Attualmente, il 73% delle pazienti ha un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione generale. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è dell’88%, superando il 91% dopo il primo anno dalla diagnosi. Questi dati sono al centro della ventiduesima edizione del convegno “Focus sul carcinoma mammario”, che si svolge in Friuli.
L’evento avrà inizio domani, 3 maggio 2025, a Udine e accoglierà oltre 500 specialisti. L’obiettivo principale è promuovere un confronto multidisciplinare sulle più recenti strategie di diagnosi e cura della malattia.
Progresso nella ricerca sul carcinoma mammario
Fabio Puglisi, direttore del dipartimento di oncologia medica presso l’IRCCS CRO di Aviano e responsabile scientifico del convegno, ha sottolineato i risultati incoraggianti ottenuti dalla ricerca sul carcinoma mammario. “Oggi possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione nelle terapie“, ha dichiarato Puglisi. I nuovi farmaci e le maggiori conoscenze biologiche sul tumore hanno aperto la strada a strategie terapeutiche personalizzate. Questo approccio consente di distinguere le situazioni in cui è necessario intensificare le cure da quelle in cui si può ridurne l’intensità senza compromettere i risultati.
Innovazioni nelle terapie
Lucia Del Mastro, direttore della clinica di oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha evidenziato una delle principali novità: l’uso dell’immunoterapia nel carcinoma mammario triplo negativo, anche nelle fasi precoci della malattia. Questo sottotipo è particolarmente aggressivo e, in passato, l’unica opzione terapeutica era la chemioterapia. Oggi, grazie alle terapie immunologiche, la prognosi per queste pazienti sta migliorando significativamente.
Evoluzione del trattamento chirurgico
Anche le modalità di trattamento chirurgico stanno subendo importanti evoluzioni. Secondo Samuele Massarut, direttore dell’oncologia chirurgica senologica del CRO di Aviano, la mastectomia viene ora eseguita solo in casi selezionati. Nella maggior parte delle pazienti, si preferiscono interventi conservativi accompagnati da radioterapia. Inoltre, è sempre più frequente la possibilità di evitare la rimozione dei linfonodi ascellari, il che indica un approccio sempre meno invasivo e più attento alla qualità della vita delle pazienti.
Le informazioni presentate durante il convegno di Udine evidenziano l’importanza della continua ricerca e innovazione nel campo del tumore al seno, contribuendo a migliorare le strategie di diagnosi e cura per le pazienti in Italia.