
Sono più di quattro milioni le persone in Italia che affrontano difficoltà nell’accesso alle cure sanitarie, in particolare a causa della mancanza di una sanità di prossimità nelle aree interne, le più isolate e difficili da raggiungere. La digitalizzazione della sanità emerge come una potenziale soluzione a questo problema, specialmente nel settore della medicina generale. Questo tema è stato al centro di un convegno organizzato al Senato, dove la Società Italiana dei Medici di Medicina Generale (SIMG) ha evidenziato le opportunità offerte dalla tecnologia. Tra i relatori del convegno, tenutosi nel mese di marzo 2025, figurano Lucia Albano, sottosegretario alle Finanze, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, e Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute.
La digitalizzazione come risposta alle esigenze sanitarie
Durante l’incontro, la SIMG ha messo in evidenza come strumenti come la telemedicina, il telemonitoraggio e il teleconsulto siano ormai parte integrante del sistema sanitario, coinvolgendo ospedali, ambulatori e diversi centri di assistenza. Il presidente della SIMG, Alessandro Rossi, ha sottolineato l’importanza della prossimità per le aree più difficili da raggiungere, ricordando che circa 4.000 comuni nelle zone interne ospitano il 20% della popolazione italiana. La digitalizzazione, quindi, si presenta come un mezzo essenziale per migliorare i servizi sanitari in queste località.
Il ruolo dei medici di famiglia nella digitalizzazione
I Medici di famiglia hanno avuto un ruolo pionieristico nell’introduzione di strumenti informatici, avviando l’uso della cartella clinica personalizzata già decenni fa. Oggi, sono disponibili numerose applicazioni per la gestione della salute, che consentono di prenotare appuntamenti, richiedere ricette e ricevere consigli medici. Tuttavia, per ottimizzare l’efficacia di queste prestazioni, è necessario garantire una buona connettività e integrare il fascicolo sanitario elettronico con i dati delle cartelle cliniche dei pazienti. La SIMG ha avvertito che l’implementazione di queste tecnologie deve avvenire nel rispetto delle prerogative professionali e culturali della Medicina Generale, la quale richiede risorse, formazione e infrastrutture adeguate per offrire un servizio di qualità alla cittadinanza.
La digitalizzazione della sanità, quindi, non è solo un’opportunità, ma una necessità per garantire un accesso equo alle cure, in particolare per le popolazioni che vivono in aree più remote e isolate.