Medici dell’ambiente: “L’inquinamento da farmaci e cosmetici è un problema crescente”

Roma, 20 febbraio 2025 – L’inquinamento ambientale causato dai farmaci rappresenta una sfida globale che richiede un cambiamento significativo nelle politiche produttive, sanitarie e ambientali. Questo problema si manifesta in diverse fasi del ciclo di vita dei medicinali, dalla loro produzione fino al consumo e smaltimento, e necessita di un approccio integrato per affrontare le sue molteplici cause.

Il position paper di Isde Italia

Il recente position paper intitolato Farmaci e prodotti per la cura della persona: contaminanti di interesse emergente, pubblicato da Isde Italia – Associazione medici per l’ambiente, evidenzia l’urgenza di affrontare questa problematica. Secondo il documento, “i farmaci e i prodotti per la cura della persona sono utilizzati quotidianamente per migliorare la salute e il benessere, ma sono diventati motivo di crescente preoccupazione per le istituzioni europee e internazionali”. Residui di farmaci sono stati rinvenuti in acque superficiali e sotterranee, nei suoli e nei tessuti animali, con concentrazioni che variano in base al tipo di sostanza e alla vicinanza alle fonti di contaminazione. Tra le sostanze più frequentemente riscontrate figurano antidolorifici, antimicrobici, antidepressivi, contraccettivi e antiparassitari. In alcuni casi, tracce di farmaci sono state persino trovate nell’acqua potabile. Il documento sottolinea che i residui possono entrare nell’ambiente durante le fasi di produzione, utilizzo e smaltimento, generando inquinamento.

Il problema globale dei contaminanti

La co-autrice del documento, Vitalia Murgia, fa notare che “la diffusione di questi contaminanti è ormai un problema globale”. Ogni giorno, milioni di persone utilizzano farmaci e cosmetici, ma pochi si interrogano sull’impatto ambientale dei residui di queste sostanze. Negli ultimi anni, l’Isde ha condotto analisi a livello internazionale che hanno rivelato la presenza di principi attivi farmaceutici e composti chimici in fiumi, laghi e acque potabili. Queste sostanze, progettate per influenzare l’organismo umano, possono alterare interi ecosistemi e accumularsi nelle catene alimentari.

Le avvertenze di Isde

Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico di Isde e co-autore del documento, avverte: “Non possiamo più ignorare il problema”. Alcuni di questi composti sono noti per i loro effetti tossici e per l’interferenza endocrina. Tuttavia, la regolamentazione fatica a tenere il passo con le evidenze scientifiche disponibili. La questione non si limita all’ambiente, ma si estende anche alla salute pubblica. L’esposizione prolungata a tali sostanze potrebbe contribuire all’aumento di malattie croniche, squilibri ormonali e disturbi dello sviluppo.

Richiesta di intervento immediato

Il documento dell’Isde chiede un intervento immediato da parte delle istituzioni, richiedendo un monitoraggio più rigoroso delle acque e delle matrici ambientali. È necessaria la promozione di tecnologie innovative per la progettazione di farmaci e additivi che siano efficaci e meno impattanti sull’ambiente. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare sia gli operatori sanitari che i cittadini sulla necessità di affrontare questa problematica.

Un cambio di rotta necessario

Murgia e Di Ciaula concludono affermando che “non si tratta solo di proteggere l’ambiente, ma di tutelare la salute delle persone”. È essenziale un cambio di rotta nelle politiche produttive, ambientali e sanitarie che coinvolga l’intero ciclo di vita dei farmaci. Con il consumo di farmaci previsto in aumento, ogni giorno che passa senza interventi concreti aggrava la contaminazione degli ecosistemi. L’appello finale dell’Isde è rivolto a produttori, medici, operatori sanitari e cittadini affinché adottino pratiche responsabili per ridurre questo fenomeno e promuovere una regolamentazione più efficace e rispettosa dell’ambiente.

Cristina Vanghi: