Lomuti (M5S) sollecita i Ministri Ambiente e Difesa: urgenti controlli sul traffico illecito di rifiuti

Una recente operazione delle forze dell’ordine ha rivelato un vasto traffico illecito di rifiuti che coinvolge le regioni della Puglia, Calabria e Basilicata. Al centro di questa indagine, avviata nei primi mesi del 2025, si trova un’azienda di Onano, in provincia di Viterbo, che ha finto di possedere un impianto autorizzato per la gestione dei rifiuti. Questa impresa era responsabile del movimento di ingenti quantità di rifiuti industriali provenienti dalla Puglia e dalla Campania, destinati a essere smaltiti illegalmente in diverse località del sud Italia.

Scoperte a Ferrandina

Le indagini hanno portato alla luce uno dei siti di abbandono dei rifiuti a Ferrandina, un comune situato nella provincia di Matera. Qui sono stati rinvenuti notevoli quantitativi di rifiuti, frutto del traffico illecito. Secondo quanto riportato dal parlamentare del Movimento 5 Stelle, Arnaldo Lomuti, l’organizzazione criminale utilizzava pratiche fraudolente per classificare i rifiuti, redigendo documentazione falsa che indicava destinazioni inesistenti. Questo meccanismo ha permesso il trasporto dei rifiuti e il loro successivo abbandono in siti non autorizzati.

Si stima che siano stati necessari almeno trecento camion per trasportare i rifiuti rinvenuti a Ferrandina, il cui trasporto è avvenuto durante il lockdown, approfittando della diminuzione del traffico e dell’attenzione pubblica. La scoperta è avvenuta per caso, grazie a un curatore fallimentare che ha notato nuovi lucchetti sulla porta del sito industriale, indicando che qualcuno aveva cercato di nascondere l’attività illecita. Questo episodio sottolinea una carenza di controlli ambientali, mettendo a rischio la salute dei cittadini lucani.

La situazione in basilicata

La Basilicata, sebbene sia una regione con una popolazione relativamente ridotta, presenta una superficie di circa 10.000 km quadrati, pari al 3,3% del territorio nazionale. Questo ampio spazio, con una densità abitativa di soli 54 abitanti per km quadrato, offre un ambiente favorevole per le attività illegali, come il traffico di rifiuti. Ogni cittadino ha a disposizione una media di 102,3 metri quadrati di verde urbano, ma questa bellezza paesaggistica è minacciata da organizzazioni criminali che operano nel settore.

La carenza di personale nelle forze dell’ordine aggrava ulteriormente la situazione. Il Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E) di Potenza, ad esempio, è composto da una dozzina di unità, mentre secondo il procuratore Curcio, sarebbero necessarie almeno 45 unità per garantire un monitoraggio efficace del territorio. Questa mancanza di risorse umane e di controllo ha creato un contesto favorevole per i traffici illeciti, mettendo in pericolo la sicurezza e la salute dei cittadini lucani.

Richieste di intervento

La questione del traffico illecito di rifiuti è stata sollevata in un’interrogazione parlamentare presentata da Arnaldo Lomuti, indirizzata ai ministri dell’Ambiente, Pichetto-Fratin, e della Difesa, Crosetto. Lomuti ha evidenziato la necessità di intensificare i controlli e di implementare presidi di legalità per garantire la sicurezza dei cittadini. La situazione attuale richiede un intervento deciso da parte delle istituzioni per affrontare le problematiche legate alla gestione dei rifiuti e per tutelare l’ambiente in Basilicata.

Eleonora Berlutti: