
Bruxelles ha recentemente assistito al lancio del nuovo piano della Commissione Europea, denominato Clean Industrial Deal, una revisione del precedente Green Deal che mira a favorire il settore industriale. Il 26 febbraio 2025, durante lo European Industry Summit tenutosi ad Anversa, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha presentato le linee guida di questo progetto, che si propone di semplificare le norme per le imprese, suscitando però preoccupazioni in merito ai diritti ambientali e sociali.
Il piano di semplificazione per l’industria
La Commissione ha delineato un piano per la semplificazione delle normative, che si basa sul rapporto redatto dall’ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. Questo piano, secondo le autorità europee, dovrebbe migliorare la competitività delle aziende europee. Contestualmente, è stato introdotto un provvedimento “omnibus”, che prevede l’abbattimento di alcune norme fondamentali riguardanti la responsabilità ambientale delle imprese. Le critiche sono arrivate da diverse correnti politiche e organizzazioni non governative, che avvertono sui potenziali danni derivanti dalla deregolamentazione.
Il nuovo approccio alla transizione ecologica ha trovato consensi sia tra i conservatori del gruppo ECR che tra i Greens, sebbene per motivazioni diverse. La maggioranza della Commissione, nota come Ursula bis, è stata formata sulla spinta di una riconsiderazione della transizione ecologica, influenzata da fattori geopolitici come l’arrivo di Donald Trump, la necessità di una maggiore sovranità energetica per l’Europa e il declino dell’industria pesante.
Il focus sulle energie rinnovabili
Uno degli obiettivi principali di questo nuovo pacchetto di misure è l’incentivazione dell’uso delle energie rinnovabili nell’industria europea. La Commissione si è vantata di questo approccio, evidenziando come l’energia pulita si sia dimostrata più economica rispetto alle fonti fossili. Durante il summit, von der Leyen ha dichiarato che, dall’introduzione del Green Deal, l’Europa ha risparmiato circa 60 miliardi di euro in importazioni di combustibili fossili grazie all’adozione di energie rinnovabili.
Tuttavia, il piano d’azione ha suscitato polemiche. La presidente ha promesso un investimento di oltre 100 miliardi di euro e l’idea di istituire una “banca per la decarbonizzazione” dell’industria, concepita per premiare le aziende più innovative. Nonostante l’idea sia stata accolta con favore da alcuni, come la leader dei Verdi europei, Terry Reintke, molti hanno sottolineato la mancanza di un piano chiaro per l’uscita dai combustibili fossili, un aspetto che potrebbe mantenere l’Europa in una posizione di dipendenza da regimi autoritari.
Le critiche e le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali
Le organizzazioni sindacali hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sufficienza dell’investimento di 100 miliardi di euro, considerando che la stessa Commissione ha stimato un fabbisogno per la transizione ecologica di circa 500 miliardi di euro all’anno. La confederazione europea dei sindacati (ETUC) ha avvertito che il piano potrebbe rivelarsi un insieme di buone intenzioni senza un reale impatto sulla crisi occupazionale. Queste organizzazioni chiedono un aumento degli investimenti pubblici nel settore energetico e l’implementazione di una politica industriale comune, attualmente considerata subordinata alla competitività.
In questo contesto, il concetto di “semplificazione” è stato al centro delle discussioni, con il commissario all’economia, Valdis Dombrovskis, e la responsabile del settore finanziario, Maria Albuquerque, che hanno sostenuto come il pacchetto omnibus sia destinato a facilitare l’attività delle imprese. Tuttavia, la maggior parte delle aziende potrebbe essere esentata da normative recenti che stabilivano responsabilità ambientali e diritti dei lavoratori. Dombrovskis ha affermato che meno burocrazia si traduce in più investimenti, ma le critiche non si sono fatte attendere.
Human Rights Watch ha denunciato che la Commissione si sta schierando a favore delle multinazionali, trascurando le vittime dei loro abusi. Sebbene la marcia indietro sul Green Deal fosse prevista, le conseguenze della sua attuazione rimangono preoccupanti per molti attori coinvolti.