
La proposta del progetto “Sardegna 1” prevede la costruzione di un parco eolico a Villasimius, composto da 37 turbine alte 275 metri. Questo progetto, se approvato, solleva preoccupazioni riguardo agli effetti sul paesaggio e sul turismo locale. Diverse figure di spicco della comunità, tra cui albergatori e rappresentanti istituzionali, esprimono forti riserve sull’impatto ambientale e socioeconomico che tale iniziativa potrebbe comportare.
Impatto ambientale e paesaggistico
Dante Sicbaldi, albergatore e imprenditore nel settore della pesca, sottolinea che l’installazione delle turbine eoliche rappresenterebbe un cambiamento radicale per il panorama di Villasimius. Secondo Sicbaldi, l’orizzonte verrebbe oscurato da un “muro” di torri eoliche, distruggendo l’immagine di un luogo che ha sempre attratto turisti per la sua bellezza naturale. L’impatto non si limiterebbe solo alla vista, ma influenzerebbe anche la rotta dei cetacei nella zona, compromettendo l’ecosistema marino. Inoltre, il settore ittico, fondamentale per l’economia locale, subirebbe danni significativi, con conseguenze dirette per i ristoranti e gli alberghi che si riforniscono di pesce locale.
Preoccupazioni economiche e turistiche
Gianluca Dessì, sindaco di Villasimius, evidenzia che le conseguenze di questo progetto sarebbero devastanti per l’economia locale, che si basa principalmente sul turismo e sull’ambiente. Il sindaco critica la decisione del governo di implementare una transizione ecologica senza considerare gli effetti negativi su comunità come quella di Villasimius. Dessì pone l’accento sui problemi legati alla rimozione delle turbine al termine del loro ciclo vitale e sui potenziali danni alle infrastrutture locali, già messe a dura prova da altri progetti come il Thyrrenian link. La sua richiesta è chiara: il governo deve riconsiderare le sue scelte per proteggere gli interessi dei cittadini sardi.
La posizione della comunità imprenditoriale
Sergio Ghiani, presidente del Consorzio turistico e albergatore, critica le multinazionali che cercano di approfittare della situazione a scapito degli imprenditori locali. Ghiani denuncia la disparità di trattamento tra le procedure burocratiche per le piccole modifiche in aree protette e la facilità con cui vengono approvati progetti di grande impatto come quello del parco eolico. Egli sottolinea l’importanza della vista mare per il mercato immobiliare e teme che l’installazione delle turbine possa far crollare i valori delle proprietà, compromettendo ulteriormente l’attrattiva turistica della zona.
Prospettive di azione e resistenza
Le voci della comunità si uniscono nella richiesta di un’azione collettiva per fermare il progetto. Sicbaldi e Dessì concordano sulla necessità di un coordinamento tra i partiti e di una mobilitazione della popolazione per far sentire la propria voce. Ghiani, da parte sua, sostiene che il governo deve negoziare con l’Europa per una revisione della transizione ecologica, mentre Ferrigno, direttore del porto, avverte che la navigazione potrebbe subire un impatto negativo a causa della presenza delle turbine.
Possibili alternative all’eolico
In un contesto di crescente preoccupazione, i membri della comunità propongono soluzioni alternative. Sicbaldi suggerisce che l’energia eolica dovrebbe essere autorizzata solo con il consenso delle comunità locali, mentre Dessì enfatizza l’importanza di investire in pannelli fotovoltaici, meno invasivi per il paesaggio. Ghiani conclude che le pale eoliche non sono compatibili con la Sardegna e propone una valutazione attenta delle altre forme di energia rinnovabile, sottolineando la necessità di eliminare le royalties che gravano sulle bollette dei cittadini.
La questione del parco eolico di Villasimius rimane aperta, con la comunità locale che continua a lottare per la salvaguardia del proprio territorio e del proprio futuro economico.