
Un’indagine condotta da EngageMinds Hub, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona, ha rivelato che nel 2025, un italiano su due acquista regolarmente prodotti per la skin care. Di questi, il 45% li utilizza quotidianamente, mentre il 35% ne fa uso più volte al giorno. La tendenza è particolarmente marcata tra le donne, con sette su dieci che si dedicano a questa pratica, ma anche gli uomini non sono da meno: uno su cinque acquista cosmetici, tra cui quelli con azione anti-aging. Questi dati evidenziano un crescente interesse per la cura della pelle, che sta diventando un aspetto fondamentale della vita quotidiana.
La routine quotidiana e l’autostima
Dallo studio emerge che l’uso di creme e cosmetici è ormai una parte integrante della routine di molte persone in Italia. Il desiderio di migliorare la propria immagine e di sentirsi più sicuri di sé spinge quasi il 50% degli italiani a utilizzare questi prodotti. In effetti, oltre il 40% degli intervistati sostiene che avere una pelle perfetta contribuisce ad aumentare l’autostima. Tuttavia, c’è il rischio di sviluppare una dipendenza dall’uso di questi prodotti, in particolare tra i più giovani, che si trovano a fronteggiare standard estetici sempre più elevati, spesso influenzati dai social media.
Il report mette in evidenza come il 32% degli italiani utilizzi cosmetici per apparire più giovani, mentre il 26% lo fa per ricevere approvazione sociale. Inoltre, il 25% degli intervistati cerca di mantenere un’immagine professionale attraverso l’uso di prodotti di bellezza. Questi dati riflettono un cambiamento nei valori e nelle priorità della società contemporanea, dove l’aspetto esteriore gioca un ruolo cruciale nel modo in cui gli individui si percepiscono e sono percepiti dagli altri.
Rischi e conseguenze legati alla bellezza
Guendalina Graffigna, direttore del Centro di ricerca EngageMinds Hub e responsabile scientifico dell’indagine, sottolinea l’importanza della skin care nel contesto attuale. Secondo Graffigna, l’ideale di perfezione spesso irraggiungibile, proposto dai media e dai social network, può generare insicurezze e aspettative distorte riguardo all’aspetto fisico. Questo fenomeno può portare a una dipendenza dalle approvazioni esterne e a un’ossessione per standard estetici sempre più rigorosi.
Le conseguenze di tali dinamiche possono essere gravi, specialmente per i giovani, che rischiano di sviluppare ansia, depressione e disturbi alimentari. Questi aspetti, definiti da Graffigna come i “dark side della bellezza”, mettono in evidenza come il culto dell’apparenza possa influenzare negativamente la salute mentale. La ricerca avverte che una continua ricerca di approvazione esterna può compromettere la costruzione di un’identità personale solida e autentica, portando i giovani a valutare il proprio valore esclusivamente in base all’aspetto esteriore.
La crescente attenzione alla bellezza e alla cura della pelle, quindi, non è priva di rischi. È fondamentale che la società prenda coscienza di questi aspetti e promuova un’immagine più sana e realistica di sé, incoraggiando i giovani a costruire la propria autostima su basi più solide e autentiche.