Crescita della fecondazione assistita: 16mila bambini nati nel 2022

Aumenta il numero di bambini nati in Italia grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Tra il 2021 e il 2022, i dati rivelano un incremento significativo delle coppie che hanno usufruito di tali tecniche. Le coppie trattate sono passate da 86.090 a 87.192, mentre i cicli di trattamento effettuati sono aumentati da 108.067 a 109.755. Anche il numero di bambini nati vivi ha registrato un leggero incremento, passando da 16.625 a 16.718. Nonostante questo, l’età media delle donne che ricorrono a queste tecniche rimane elevata, attestandosi a 36,7 anni, un dato che si colloca sopra la media europea. Un altro aspetto interessante è la diminuzione dei parti gemellari.

Questi dati emergono dalla Relazione 2024 riguardante l’attuazione della Legge 40/2004 sulla Procreazione Medicalmente Assistita, che analizza l’attività dei centri PMA nel 2022. La relazione è stata presentata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla Camera dei Deputati.

Analisi dei dati sulla procreazione medicalmente assistita

L’analisi dei dati raccolti evidenzia un trend positivo per quanto riguarda l’uso delle tecniche di PMA in Italia. Le coppie che si rivolgono a questi trattamenti stanno aumentando, il che suggerisce una crescente consapevolezza e disponibilità verso le opzioni di fertilità assistita. È importante notare che l’aumento del numero di cicli effettuati non solo indica una maggiore partecipazione, ma anche una maggiore fiducia nelle procedure di PMA.

L’età media delle donne che si sottopongono a questi trattamenti è un dato significativo. Con una media di 36,7 anni, le donne italiane che ricorrono alla PMA tendono a essere più mature, il che può riflettere cambiamenti sociali e culturali riguardanti la pianificazione familiare e la carriera. Questo fattore potrebbe influenzare le scelte di vita delle coppie, portandole a posticipare la genitorialità fino a quando non si sentono pronte dal punto di vista economico e professionale.

Impatto della legge 40/2004 e dei centri PMA

La Legge 40/2004 ha avuto un impatto significativo sulla regolamentazione delle tecniche di PMA in Italia. L’obiettivo principale della legge è garantire l’accesso a trattamenti di fertilità sicuri e etici, ma ha anche sollevato dibattiti riguardo ai limiti e alle restrizioni imposti. La relazione del Ministro Schillaci fornisce un quadro chiaro dell’implementazione della legge e dei risultati ottenuti dai centri PMA.

I centri di PMA sono diventati un punto di riferimento per molte coppie che affrontano difficoltà nel concepire. La loro attività è monitorata attentamente per garantire che vengano rispettati gli standard di qualità e sicurezza. I dati mostrano che, nonostante le sfide, i centri stanno lavorando per migliorare le loro tecniche e offrire supporto alle coppie, contribuendo così a un aumento del numero di nascite.

La diminuzione dei parti gemellari può essere interpretata come un risultato positivo, poiché i parti multipli comportano rischi maggiori per la salute delle madri e dei neonati. Ciò potrebbe indicare un miglioramento nelle pratiche di trattamento e un’attenzione crescente alla salute delle donne e dei bambini.

La relazione del 2024 rappresenta quindi un’importante fonte di informazioni per comprendere l’evoluzione della PMA in Italia e il suo impatto sulla società.

Eleonora Berlutti: