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Una nuova diseguaglianza sociale, cos’è la cooling poverty e perché è causata dal cambiamento climatico

Con l’avanzare del riscaldamento globale, le ondate di calore estremo stanno diventando sempre più frequenti e intensificate, portando alla luce una nuova forma di disuguaglianza: la “cooling poverty” o povertà di rinfrescamento.

Questa emergente problematica è stata analizzata in dettaglio in uno studio pubblicato su Nature Sustainability da un gruppo di esperti internazionali.

In tutto il mondo si stanno infrangendo record di temperatura, causando sofferenze incalcolabili. Le persone più povere e svantaggiate, che hanno contribuito meno al riscaldamento globale, sono quelle che subiscono le conseguenze più gravi del caldo estremo a causa della loro limitata capacità di adattamento. Comprendere le esigenze dei più svantaggiati è fondamentale per sviluppare strategie eque e adeguate per adattarsi al caldo estremo e mantenersi al fresco.

Il concetto di cooling poverty non si limita alla semplice possibilità economica di potersi permettere o meno un climatizzatore. Descrive piuttosto la difficoltà delle famiglie e degli individui nel proteggersi adeguatamente dai danni provocati dal calore e dall’umidità. Secondo Antonella Mazzone, prima autrice dello studio, questa condizione riguarda contesti in cui infrastrutture inadeguate amplificano gli effetti negativi del caldo estremo.

Cooling Poverty: Una Nuova Forma di Disuguaglianza

Questa condizione è influenzata da tre principali categorie di carenze: infrastrutture fisiche come sistemi di raffreddamento passivo e materiali edilizi termicamente efficaci; risorse sociali come reti di supporto e servizi; risorse immateriali come la conoscenza necessaria per adattarsi ai cambiamenti climatici.

L’estate dei poveri (BioPianeta.it)

Il concetto considera cinque dimensioni principali: clima; comfort termico delle infrastrutture; disuguaglianza sociale e termica; salute; istruzione. Queste dimensioni sono interconnesse e riflettono un quadro complesso legato alla mancanza d’accesso a soluzioni adeguati ed alla carenza d’appoggio socio-economico.

La nuova definizione ha implicazioni politiche significative. Enrica De Cian, co-autrice dello studio, sottolinea la necessità d’un approccio integrato che coinvolga diversi settori – edilizia abitativa, sanità, alimentazione trasport – per affrontare i rischi legati al calore in modo coordinato ed efficace.

La sfida futura sarà implementare questo quadro referenziale vari contestuali scale garantendo che le politiche di rinfrescamento rispondano equamente alle esigenze delle popolazioni vulnerabili. Quest’approccio innovativo rappresenta un passaggio cruciale verso l’affrontare sistematicamente i problemi associati al caldo estremo migliorando qualità della vita nel mondo rapidamente riscaldante,