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Stretta dell’UE su Shein e Temu: in arrivo dazi sulla fast fashion, cosa cambia per i consumatori

L’Unione Europea sta valutando misure più stringenti nei confronti di giganti dell’e-commerce come Shein e Temu, noti per il loro impatto significativo sulle abitudini di consumo e sulla moda a livello globale.

Queste piattaforme, che hanno rivoluzionato il modo in cui gli utenti acquistano prodotti di moda, sono ora sotto la lente d’ingrandimento per le loro pratiche commerciali e l’impatto ambientale.

A fine giugno, la Commissione europea ha sollevato preoccupazioni riguardo le pratiche adottate da Shein e Temu, in particolare per quanto riguarda la due-diligence verso il Digital Services Act. Le piattaforme sono state invitate a fornire dettagli sulle loro politiche per garantire che gli utenti dell’UE non siano esposti a pratiche ingannevoli o dannose, come i “dark pattern”, che mettono a rischio privacy e sicurezza dei dati personali degli utenti.

Una delle conseguenze dirette della stretta regolamentare potrebbe essere l’introduzione di dazi doganali sui prodotti low cost importati da queste piattaforme. Attualmente, gli acquisti online al di sotto dei 150 euro non sono soggetti a tasse doganali nell’UE, una soglia che ha favorito un incremento delle importazioni di piccolo valore principalmente dalla Cina. Con oltre 2,3 miliardi di articoli importati nel solo 2023 al di sotto di questa soglia, l’UE mira ora a rivedere questa politica per equilibrare il mercato.

Stretta UE su Shein e Temu

Le nuove misure potrebbero segnare la fine dell’era degli acquisti facili e veloci senza tasse aggiuntive per i consumatori europei. L’intenzione della Commissione è quella di eliminare la soglia attuale dei 150 euro sugli acquisti online da Paesi extra-europei. Questo cambiamento mira a frenare la crescita esponenziale dell’e-commerce internazionale che sfugge alle tassazioni locali, cercando così di proteggere i mercati interni ed incentivare un consumo più consapevole ed etico.

Shein e Temu a rischio (Facebook Temu Italia) BioPianeta.it

Oltre alle questioni economiche e normative, c’è una crescente preoccupazione riguardante l’impatto ambientale generato dal modello di business basato su consumismo rapido promosso da queste piattaforme. La produzione massiva incentiva lo spreco attraverso cicli moda sempre più brevi e contribuisce all’aumento dei rifiuti tessili. Inoltre, vi sono questioni etici legati alle condizioni lavorative nelle catene produttive coinvolte.

È evidente che le mosse dell’Unione Europea verso una regolamentazione più severa degli giganti dell’e-commerce rappresentano un tentativo importante per indirizzare il settore verso pratiche più sostenibili ed etiche. Mentre si attendono ulteriori sviluppi normativi concreti da parte della Commissione europea nei confrontamenti delle aziende interessate come Shein e Temu, resta chiaro l’intento del blocco europeo: garantire protezione ai suoi cittadini sia dal punto vista del consumo sia in terminologia ambientale ed etica.