Il Lago di Pilato, un piccolo gioiello incastonato nel massiccio del Monte Vettore all’interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini, sta vivendo una delle sue fasi più critiche.
Questo bacino di origine glaciale, che non riceve acqua se non dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni, si è completamente prosciugato.
La sua scomparsa non solo toglie al paesaggio uno dei suoi elementi più caratteristici ma pone anche una grave minaccia alla sopravvivenza di una specie unica: il Chirocefalo del Marchesoni.
La peculiarità del Lago di Pilato è data dalla presenza esclusiva del Chirocefalo del Marchesoni, un crostaceo endemico che ha sviluppato nel corso dei secoli strategie riproduttive eccezionali per adattarsi a condizioni ambientali estreme.
Tuttavia, la progressiva riduzione dell’acqua mette in serio pericolo la sua esistenza. Gli esperti del Parco nazionale dei Sibillini hanno quindi deciso di intervenire con misure urgenti per proteggere l’habitat naturale di questa specie rara.
Il Lago di Pilato: Uno Specchio d’Acqua in Pericolo
Per salvaguardare il delicato ecosistema del lago e garantire la sopravvivenza delle uova nascoste tra i sassi sul fondo, il Parco ha istituito una zona protetta lungo tutto il perimetro dell’ex bacino lacustre. Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Università di Perugia, è stato avviato un monitoraggio costante della situazione che ha evidenziato come dal 2018 il lago stia assumendo sempre più le caratteristiche di uno specchio d’acqua temporaneo.
Il ciclo biologico rapido del Chirocefalo consente alle sue uova, le cosiddette “cisti”, di resistere fino a oltre un anno in assenza d’acqua. Tuttavia, queste sono estremamente vulnerabili ai danneggiamenti meccanici causati ad esempio dal calpestio sulla ghiaia dove sono deposte. È proprio per questo motivo che le misure adottate dal Parco includono divieti specifici sull’avvicinamento al letto prosciugato del lago oltre una certa distanza.
L’appello finale degli esperti e degli amministratori del Parco nazionale dei Monti Sibillini è chiaro: rispettare scrupolosamente le indicazioni fornite per evitare danneggiamenti ulteriori all’habitat naturale della specie endemica. Solo attraverso la consapevolezza collettiva e azioni concrete sarà possibile preservare questo angolo nascosto della biodiversità italiana ed evitare che il Chirocefalo del Marchesoni diventi solo un ricordo nelle pagine dei libri di biologia.