Il caldo estremo non è più un fenomeno isolato o occasionale, ma si sta trasformando in una vera e propria epidemia globale.
Con quasi mezzo milione di decessi all’anno attribuibili a questa causa, il fenomeno del riscaldamento globale sta mostrando i suoi effetti più devastanti.
L’estate del 2024 ha segnato un record preoccupante, con la temperatura media globale che ha raggiunto i 17,16 °C il 22 luglio, superando il precedente primato stabilito appena un anno prima. Questi dati non sono solo numeri freddi su carta ma rappresentano un campanello d’allarme per l’umanità intera.
Le aree urbane sono particolarmente vulnerabili agli effetti delle ondate di calore a causa dell’effetto “isola di calore urbana”. Questo fenomeno fa sì che le temperature nelle città possano essere significativamente più alte rispetto alle zone rurali circostanti. Secondo gli studi dell’Ipcc, molte città potrebbero presto trovarsi a fronteggiare temperature estreme per quasi metà dell’anno, rendendo la vita quotidiana insostenibile per milioni di persone.
Oltre agli evidenti rischi per la salute pubblica, il caldo estremo ha anche profonde ripercussioni economiche e sociali. La riduzione della produttività lavorativa dovuta al calore nel 2022 ha causato perdite economiche stimate in circa 863 miliardi di dollari. Questa cifra potrebbe salire vertiginosamente nei prossimi anni se non verranno adottate misure efficaci per contrastare il fenomeno. Inoltre, l’aumento delle temperature aggrava le disuguaglianze sociali ed economiche, colpendo soprattutto i lavoratori esposti al sole e le comunità meno abbienti.
Un’epidemia di calore globale
Di fronte a questa crisi climatica senza precedenti, l’Onu ha lanciato una chiamata all’azione urgente per limitare l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha sottolineato quattro aree prioritarie su cui concentrarsi: proteggere i più vulnerabili migliorando l’accessibilità ai sistemi di raffreddamento; tutelare i lavoratori dall’esposizione al caldo estremo; rafforzare la resilienza delle economie e delle società attraverso dati scientificamente affidabili; e infine dire addio ai combustibili fossili accelerando la transizione verso energie rinnovabili.
Guterres enfatizza l’importanza di prendersi cura dei gruppi più vulnerabili alla crisi climatica come anziani, bambini piccoli e lavoratori esposti direttamente al sole. Inoltre evidenzia la necessità di proteggere i lavoratori attraverso leggi che riflettano le nuove realtà del clima cambiante.
Sottolinea anche come sia cruciale investire nella scienza e nei dati per costruire società resilienti alle ondate di calore sempre più frequenti e intense. Infine ribadisce con forza che è tempo di abbandonare definitivamente i combustibili fossili in favore delle energie pulite come soluzione fondamentale alla crisi climatica attuale.