Salute e benessere

Vitamina D, le nuove linee guida su come capire quando c’è una carenza e come integrare: le raccomandazioni degli esperti cambiano tutto

La vitamina D è fondamentale per una buona salute. Un nuovo studio rivela come individuare l’eventuale carenza e integrarla nel modo giusto.

La vitamina D ha un’origine solare. Il 90% di essa è prodotta dalla pelle durante l’esposizione al sole. Il restante 10% si produce attraverso l’alimentazione. Pesce, uova, formaggi, funghi e burro ne sono ricchi.

Si tratta di una vitamina liposolubile, cioè si scioglie nei grassi e si accumula nelle cellule adipose. È considerata un ormone pleiotropico che fornisce un’importante gamma di benefici all’organismo. Tutte le cellule del corpo sono soggette all’azione della vitamina D.

La sua grande importanza è un dato accertato. Recentemente sulla rivista scientifica Endocrine Rewiews è stato pubblicato uno studio che propone nuove linee guida per la corretta assunzione di vitamina D come integratore e ancor prima per individuare una possibile carenza di essa.

Come scoprire la carenza di vitamina D e quando assumerla secondo le nuove linee guida

Lo studio ha rivelato che per accertare una carenza di vitamina D il biomarcatore da osservare è sempre la concentrazione di 25 – idrossivitamina D nel sangue. C’è ancora dibattito circa i livelli ottimali di vitamina D, che non sono stati ancora stabiliti con certezza. La comunità scientifica non è unanime nel decretare un valore fisso.

l'importanza della vitamina d e quando assumerla
Come scoprire la carenza di vitamina D e il modo di integrarla – biopianeta.it

Sicuramente nel caso in cui è stata accertata una carenza, quindi da colmare, il metodo di integrazione da preferire rimane quello orale. La somministrazione parenterale cioè tramite iniezione rimane riservata solo a specifici casi in condizioni di particolare gravità.

L’integrazione migliore è attraverso l’assunzione di colecalciferolo, chiamato anche Vitamina D3, facile da assumere e da monitorare. C’è poi il calcifediolo ed il calcitriolo che vengono utilizzati solo in determinate condizioni valutate caso per caso dal medico.

La somministrazione quotidiana di Vitamina D3 si rivela la soluzione più efficace, ma si considera anche l’assunzione mensile di dosi più massicce. Ciò che emerge dal nuovo studio è anche la presenza di nuovi metaboliti, meccanismi d’azione e variazioni genetiche in cui è coinvolta la vitamina D e che finora risultano sconosciuti.

È ancora in fase di ricerca la correlazione della carenza di questa vitamina con molte malattie, ma si sa che può portare al cattivo assorbimento del calcio e all’iperparotiroidismo con ripercussioni sull’apparato scheletrico che ne risulta particolarmente indebolito.

Oltre a far bene alle ossa la vitamina D è utile quando ci sono malattie autoimmuni riducendo lo stato infiammatorio, si rivela importante per contrastare il cancro e malattie cardiovascolari o il diabete. La carenza si staglia su valori inferiori ai 30 nanogrammi. In tal caso, dopo consulto medico, quindi, è opportuno procedere ad un’integrazione e mantenerla anche a scopo preventivo per la durata di tempo consigliata in base alle proprie esigenze e condizioni.

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