Plastica, metalli e scarti industriali, il nostro Mediterraneo è inquinato: “Quasi il 90%”
Metalli tossici, sostanze chimiche industriali e rifiuti di plastica: il Mar Mediterraneo è assediato da un’inquinamento che raggiunge l’allarmante percentuale dell’87%.
Questa situazione non solo riguarda le acque marine ma si estende anche alle acque dolci, all’aria e al suolo, creando un circolo vizioso di degrado ambientale.
Il report “Non c’è salute in un ambiente malato” del WWF mette in luce come negli ultimi vent’anni i decessi causati dall’inquinamento atmosferico e da sostanze chimiche tossiche siano aumentati del 66%, arrivando a contare 9 milioni di morti all’anno a livello globale.
Una delle principali minacce per la salute dell’ambiente marino è rappresentata dall’inquinamento chimico. Mari, fiumi, laghi e falde acquifere sono pesantemente contaminati da pesticidi, nutrienti agricoli, metalli pesanti e residui chimici vari. Ogni anno vengono scaricate nelle acque globali fino a 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche industriali. Questo tipo di inquinamento è responsabile non solo della perdita di biodiversità ma anche della morte prematura di circa 1,4 milioni di persone ogni anno.
Allarme inquinamento del Mediterraneo
Il Mediterraneo detiene il triste primato per la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità marine: si parla di 1,9 milioni di frammenti per metro quadro. In aggiunta ai rifiuti visibili, ogni anno gli oceani ricevono circa 190 tonnellate di additivi chimici derivanti dalla plastica. Tra queste sostanze troviamo coloranti, ritardanti di fiamma e plastificanti; molte hanno effetti nocivi poco conosciuti sulla salute umana e sull’ambiente.
I PFAS (sostanze per- e polifluorurate) sono tra i contaminanti più preoccupanti presenti nel nostro ambiente. Utilizzati in moltissimi prodotti comuni come materiali antiaderenti o impermeabilizzanti, questi composti sono estremamente persistenti nell’ambiente e altamente tossici. Le concentrazioni riscontrate negli organismi marini superano fino a cento volte gli standard qualitativi ambientali dell’UE. Nonostante la gravità della loro presenza nei mari europei – con particolare riferimento al Nord Italia – una larga parte della popolazione ignora completamente cosa siano i PFAS.
Queste informazioni delineano uno scenario preoccupante per il futuro del Mar Mediterraneo e richiedono un’immediata azione collettiva per ridurre l’impatto dell’uomo sul mare nostrum. La salvaguardia delle sue acque non è soltanto una questione ambientale ma diventa essenziale anche per proteggere la salute pubblica globale dalle conseguenze devastanti dell’inquinamento.