Con l’arrivo dell’estate, il ritorno delle zecche nelle aree verdi, comprese quelle di media e alta montagna, suscita preoccupazione tra gli amanti delle attività all’aperto.
Questi parassiti non sono solo fonte di fastidio ma rappresentano anche un rischio sanitario significativo, essendo potenziali veicoli di infezioni e malattie infettive.
Il dott. Antonio Prestini, Dirigente Medico del Dipartimento di Prevenzione dell’APSS di Trento e Guida Alpina esperto, spiega che l‘aumento delle temperature globali e i cambiamenti climatici hanno esteso il periodo di attività delle zecche e aumentato la loro presenza a quote sempre più elevate.
Oggi è possibile trovare questi parassiti fino a oltre 2000 metri di altitudine, rendendo necessaria una prevenzione costante per chi frequenta queste aree.
Mentre le temperature continuano ad aumentare favorendo la diffusione delle zecche. È fondamentale adottare misure preventive durante le attività all’aperto per proteggersi dalle loro punture e dalle malattie che possono trasmettere.
Informarsi sui comportamenti corretti da seguire prima, durante e dopo l’esposizione ai rischi può fare una grande differenza nella prevenzione degli effetti nocivi associati a questi parassiti sempre più presenti nei nostri ambienti naturali.
Estate: tornano le zecche: come intervenire
La puntura di zecca si manifesta principalmente con prurito e fastidio localizzato. Il dott. Prestini sottolinea l’importanza dell’autosorveglianza dopo ogni escursione o attività all’aperto per individuare tempestivamente eventuali zecche ancorate alla pelle.
Estrazione immediata con pinzette disinfettate è raccomandata senza ricorrere al pronto soccorso o a metodi casalinghi inefficaci come l’utilizzo dell’alcool.
Per evitare le punture, il metodo più efficace rimane indossare abbigliamento appropriato come pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe che riducono la superficie cutanea esposta. Anche se esistono spray repellenti sul mercato, nessuno garantisce una protezione completa contro le zecche.
Tra le patologie legate alle punture di zecca vi sono la malattia di Lyme causata dal batterio Borrelia Burgdorferi – con oltre 1250 casi registrati negli ultimi dieci anni in Italia – e l’encefalite da zecca (TBE), in aumento nel paese con 72 casi segnalati nel solo 2022. Il dott. Prestini evidenzia l’importanza della sorveglianza post-puntura per identificare tempestivamente eventuali sintomi influenzali o eruzioni cutanee che possano indicare un’infezione in corso.