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Giugno 2024 è stato il mese più caldo di sempre, perché farà sempre più caldo e cosa possiamo fare

Giugno 2024 entra nella storia come il mese più caldo mai registrato sul nostro pianeta.

Secondo i dati forniti dal programma europeo per il clima Copernicus, abbiamo assistito al tredicesimo mese consecutivo di temperature globali record, con valori che hanno superato di ben 1.5°C la media dell’epoca preindustriale.

Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S), sottolinea l’importanza di questo fenomeno non come una semplice anomalia statistica, ma come un chiaro segnale del profondo e continuo cambiamento climatico in atto.

L’Europa ha vissuto il suo secondo giugno più caldo, con temperature medie superiori di 1.57°C rispetto alla norma del periodo 1991-2020. In particolare, le regioni sudorientali e la Turchia hanno registrato i picchi più elevati. Al contrario, nell’Europa occidentale, in Islanda e nella Russia nordoccidentale le temperature sono state vicine o inferiori alla media.

A livello globale, le ondate di calore hanno colpito diverse aree tra cui il Canada orientale, gli Stati Uniti occidentali e il Messico; notevoli aumenti delle temperature sono stati rilevati anche in Brasile, Siberia settentrionale, Medio Oriente, Africa settentrionale e Antartide occidentale.

Giugno 2024: il mese più caldo di sempre

Il cambiamento climatico non influisce solo sulle temperature ma anche sul regime delle precipitazioni. Giugno 2024 è stato caratterizzato da un aumento delle piogge in Islanda, nell’Europa centrale e sud-occidentale. Queste precipitazioni abbondanti hanno causato gravi alluvioni in Germania, Italia, Francia e Svizzera con conseguenti danni a infrastrutture ed edifici oltre alla perdita di vite umane.

Il giugno più caldo? (BioPianeta.it)

Il riscaldamento globale sta avendo effetti devastanti anche sui ghiacci polari. L’estensione del ghiaccio marino antartico ha raggiunto valori allarmanti: -12% rispetto alla media storica per giugno; si tratta della seconda estensione più bassa mai registrata dai satelliti dopo quella eccezionalmente ridotta (-16%) osservata nel giugno 2023.

Fortunatamente la situazione nell’Artico sembra meno critica con un’estensione del ghiaccio marino solo leggermente inferiore (-3%) rispetto alla media degli ultimi anni.

Questo ennesimo record mette ancora una volta in evidenza l’urgente necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra nell’atmosfera per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Come ricorda Carlo Buontempo: “Questo è inevitabile a meno che non smettiamo di aggiungere gas serra nell’atmosfera”. La continua ascesa delle temperature globali rappresenta una sfida cruciale per l’umanità intera che richiede azioni concrete e immediate a tutti i livelli.