Disastro ambientale nelle Filippine, affonda petroliera: “Rischio enorme per flora e fauna”
Un grave incidente ha scosso le acque al largo di Manila, nelle Filippine, trasformandosi rapidamente in una tragedia ambientale di vasta portata.
La petroliera MT Terra Nova, carica con 1,4 milioni di litri di olio combustibile industriale, si è capovolta ed è affondata nella baia di Manila. Questo evento ha sollevato immediatamente preoccupazioni per l’impatto devastante sull’ecosistema marino e sulla salute pubblica.
L’incidente si è verificato a circa sette chilometri dalla costa del comune di Limay, nella provincia di Bataan. Fortunatamente, 16 dei 17 membri dell’equipaggio sono stati salvati dalle autorità filippine; tuttavia, un membro rimane disperso. Le condizioni meteorologiche avverse hanno reso particolarmente complicate le operazioni di soccorso e il contenimento della fuoriuscita d’olio. Nonostante gli sforzi incessanti delle squadre d’emergenza, la marea nera si sta già diffondendo nelle acque circostanti.
La Guardia Costiera filippina (PCG) ha confermato che la fuoriuscita d’olio si estende per circa due miglia nautiche e sta avanzando verso est-nord-est a causa delle correnti marine prevalenti. In risposta all’emergenza ambientale in atto, il comandante della PCG Ronnie Gil L Gavan ha ordinato un’inchiesta completa per indagare sulle cause dell’incidente e valutare l’impatto ambientale causato dalla fuoriuscita.
Filippine: Disastro Ambientale
Nonostante le difficoltà incontrate a causa delle avverse condizioni meteorologiche e della vastità dell’inquinamento già presente nell’acqua, gli sforzi per contenere la diffusione del petrolio continuano senza sosta. Le operazioni sono supportate da unità navali e aeree che lavorano insieme per cercare soluzioni efficaci al fine di mitigare i danni ambientali causati dall’affondamento della petroliera.
Questo disastro ecologico alle Filippine richiama alla memoria eventi simili accaduti in passato in altre parti del mondo – come l’incidente avvenuto a marzo 2024 al largo delle coste del Giappone con una petroliera sudcoreana – evidenziando ancora una volta la fragilità degli ecosistemi marini dinanzi alle attività umane potenzialmente dannose. La necessità di risposte rapide ed efficaci in situazioni d’emergenza diventa sempre più impellente per prevenire danni irreversibili all’ambiente marino.
In conclusione, questo tragico evento mette in evidenza l’esigenza critica di rivedere le pratiche industriali legate al trasporto marittimo dei combustibili fossili e rafforzare i protocolli internazionali sulla sicurezza marittima per proteggere i nostri preziosi mari dall’inquinamento petrolifero.