Covid non si ferma l’ondata estiva: “9mila casi in un giorno”, cosa ci attende

La situazione epidemiologica in Italia continua a destare preoccupazione a causa di un significativo aumento dei casi di Covid-19.

Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dal Ministero della Salute, si è registrato un incremento del 66% nell’ultima settimana, con quasi 9 mila nuove segnalazioni.

Nonostante l’aumento dei casi, la situazione nei reparti ospedalieri rimane sostanzialmente stabile. Al 17 luglio 2024, l’occupazione dei posti letto in area medica si attesta al 1,9%, con 1183 pazienti ricoverati. Questa percentuale è leggermente superiore rispetto alla settimana precedente (1,6%). Anche per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva, non si registra un aumento significativo: lo 0,5% di occupazione rimane invariato rispetto alla settimana passata.

L’indice di trasmissibilità (Rt), basato sui casi che hanno richiesto il ricovero ospedaliero e aggiornato al 17 luglio 2024, mostra un lieve incremento passando da 1 a 1.20 nella settimana corrente. Questa crescita suggerisce una maggiore facilità del virus nel diffondersi tra la popolazione.

Covid, nuovi casi: un’analisi dettagliata

La nuova variante Kp3 si manifesta con sintomi quali febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. La durata e le modalità di cura rimangono simili alle varianti precedenti del virus; tuttavia è sempre fondamentale consultare un medico per ricevere il trattamento più adeguato.

Nuova variante Covid 19 (BioPianeta.it)

L’incidenza dei casi diagnosticati tra l’11 e il 17 luglio è stata pari a 15 casi per ogni 100.000 abitanti, mostrando una lieve crescita rispetto alla settimana precedente. Tra le regioni italiane, il Lazio ha registrato l’incidenza più elevata con ben 29 casi per ogni 100.000 abitanti mentre nelle Marche si è osservata la più bassa (<0,5 casi per ogni 100.000 abitanti).

Le fasce d’età che hanno mostrato il maggior numero di nuovi contagi sono quelle comprese tra gli ottanta ed i novant’anni oltre ai soggetti sopra i novanta anni d’età. È interessante notare come anche la percentuale delle reinfezioni sia aumentata leggermente rispetto alla settimana precedente raggiungendo circa il 49%.

I dati preliminari relativi al mese di giugno indicano un incremento nella proporzione dei sequenziamenti attribuibili alla variante KP.3 (40.5%), discendente della JN.1; questo dato rappresenta quasi una raddoppiatura rispetto al mese precedente (24.4%).