Salute e benessere

Chernobyl, alcuni campi sono di nuovo coltivabili: il piano per recuperarli

Dopo decenni di esclusione e timori, le terre agricole situate nelle vicinanze dell’ex centrale nucleare di Chernobyl stanno mostrando segni di ripresa.

Secondo gli studi condotti dalla National University of Life and Environmental Science ucraina, molti dei campi precedentemente classificati come radioattivi sono ora considerati sicuri per la coltivazione.

Questa scoperta arriva dopo anni di monitoraggio costante dei livelli di radioattività nel suolo, che sembrano aver raggiunto valori al di sotto delle soglie ritenute pericolose per la salute umana e l’ambiente.

La catastrofe nucleare avvenuta il 26 aprile 1986 è stata una delle più gravi nella storia dell’energia nucleare. L’esplosione del reattore 4 della centrale liberò nell’atmosfera una quantità enorme di particelle radioattive, con effetti devastanti sulle popolazioni e sull’ambiente circostante.

Le aree più vicine all’impianto furono evacuate e divennero inaccessibili a causa dell’elevata contaminazione da isotopi come cesio, stronzio e iodio. Nonostante il tempo abbia ridotto significativamente la presenza dello iodio-131 grazie alla sua breve emivita, altri isotopi hanno continuato a persistere nel suolo.

Coltivare campi intorno a Chernobyl

La zona attorno alla centrale nucleare di Chernobyl è stata a lungo un simbolo della tragedia nucleare, con un raggio d’esclusione che ha impedito ogni forma di vita umana regolare.

Tuttavia, recenti studi indicano che circa 2.600 ettari nei pressi dei villaggi evacuati sono ora al di sotto dei livelli critici di contaminazione. Ciò apre nuove prospettive per l’utilizzo agricolo delle terre esterne alla zona d’esclusione, stimando circa 130.000 ettari potenzialmente coltivabili se ulteriori ricerche confermeranno la sicurezza.

Chernobyl novità
Rivoluzione Chernobyl (BioPianeta.it)

Il recupero delle terre agricole intorno a Chernobyl rappresenta un’opportunità preziosa per l’Ucraina, soprattutto in risposta alla perdita dei terreni causata dall’invasione russa. Tuttavia, questa opportunità non è priva di complicazioni politiche ed economiche.

Rendere nuovamente coltivabili queste aree potrebbe infatti comportare la cessazione delle compensazioni finanziarie destinate ai proprietari terrieri per i danni subiti a causa della contaminazione radioattiva passata.

La questione solleva un dibattito ampio sulla gestione delle terre recuperate: da una parte c’è la necessità economica e alimentare del Paese; dall’altra si rischia di generare malcontento tra coloro che vedrebbero interrotti i sostegni finanziari in un periodo già difficile per l’Ucraina.

La decisione finale richiederà quindi un equilibrio delicato tra sviluppo economico e giustizia sociale, tenendo conto sia degli aspetti scientifici sia degli impatti umani ed etici legati al ritorno all’agricoltura in queste zone storiche.

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