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Acqua in bottiglia, i test sono disastrosi: queste le peggiori marche (impensabili) in assoluto

Nuove problematiche per i consumatori italiani. L’acqua in bottiglia non è sicura come si potrebbe pensare. I test preoccupano.

Situazioni impensabili, almeno in teoria, che mettono i consumatori italiani di fronte a situazioni da incubo. Nel corso degli anni, l’attenzione delle istituzioni e non solo, di fronte ai prodotti solitamente commercializzati nel nostro Paese, ha fatto man mano emergere un quadro che di certo non lascia ben sperare per il futuro. I generi di natura alimentare e non solo, venduti attraverso la grande distribuzione spesso nascondono insidie non da poco per l’organismo umano.

Le varie analisi di laboratorio sui prodotti commercializzati nella grande distribuzione e non solo evidenziano sempre più spesso elementi che possono causare non poche problematiche all’essere umano. Una recente ricerca condotta in Svizzera ha per l’appunto fatto emergere un quadro molto preoccupante. Acque minerali non proprio sicure. Su dieci marche analizzate, ben quattro risultano contaminate da diserbanti, microplastiche o PFAS. La situazione, insomma, non è di certo piacevole.

Acqua in bottiglia, i test sono disastrosi: risultati a sorpresa

Le aziende che generalmente provvedono all’imbottigliamento delle più note acque minerali presenti sul mercato eseguono generalmente tutti i test del caso. Nonostante questo, però, dalle eseguite in Svizzera emerge un quadro quanto mai preoccupante. Protagonisti della ricerca in questione sono stati RTS e Kassenrutsch che hanno provveduto all’analisi in laboratorio di dieci note marche di acque minerali. La presenza di elementi contaminanti è stata rilevata, per esempio in marchi come Valser, San Pellegrino, Swiss Alpina e Henniez.

Test svizzeri rivelano il pericolo dell’acqua che beviamo – biopianeta.it

Nel primo caso si è notata la presenza di PFBA, molto rischiosi per la salute umana. Proprietaria del marchio in questione è Coca Cola, che ha specificato il numero di controlli ai quali sono sottoposte abitualmente le acque. Per le acque San Pellegrino sono invece state riscontrate microplastiche dovute probabilmente alle bottiglie in PET. Swiss Alpina, invece contiene polistirolo, proveniente, probabilmente dai tappi o dalle apparecchiature utilizzate per la fase di imbottigliamento.

Nelle acque Henniez, invece, riscontrate tracce di clorotaloni e cloridazion, provenienti da fungicidi e diserbanti utilizzati in agricoltura. L’esperto Davide Städler a tal proposito consiglia di utilizzare bottiglie in PET da non riutilizzare successivamente. Il tutto per evitare una contaminazione che a questo punto risulterebbe più che mai probabile. Il rischio, insomma, per l’organismo umano è più che mai presente. Le analisi di laboratorio indicano in qualche modo la strada da percorrere per i singoli consumatori.