Rivoluzione green: scienziati hanno trovato il metodo di riciclare 12 miliardi di polistirolo l’anno
La scoperta di questa nuova tecnica di riciclo rappresenta un significativo passo avanti nella gestione sostenibile dei rifiuti.
Ogni anno, il mondo produce enormi quantità di rifiuti plastici, tra cui il polistirolo, che rappresenta una significativa sfida ambientale. Questo materiale è ampiamente utilizzato in vari settori, ma la sua natura non biodegradabile e le difficoltà nel riciclarlo lo hanno reso finora un serio problema ecologico.
Le tecnologie attuali riescono a riciclare solo una minima parte del polistirolo prodotto, aggravando ulteriormente la crisi dei rifiuti plastici. Recentemente, una scoperta scientifica ha aperto nuove possibilità per affrontare questo problema.
Un team di ricercatori ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria che promette di trasformare il polistirolo inquinante in una risorsa riutilizzabile, riducendo significativamente l’impatto ambientale. Questo metodo potrebbe rappresentare una svolta nel modo in cui gestiamo i rifiuti di polistirolo.
La svolta nel riciclo del polistirolo
Il polistirolo, noto anche come polistirene, è un tipo di plastica prodotto a partire dallo stirene, un composto chimico derivato dal petrolio. La produzione di polistirolo comporta la polimerizzazione dello stirene, un processo che crea lunghe catene molecolari complesse.
Questo processo rende il materiale molto stabile ma anche difficilmente decomponibile una volta diventato rifiuto. Quando viene incenerito, il polistirolo rilascia sostanze chimiche tossiche come stirene e benzene, pericolose per la salute umana e l’ambiente.
I ricercatori dell’Università di Bath, guidati dal dottor Bernardo Castro-Dominguez, hanno sviluppato una tecnica innovativa che potrebbe rivoluzionare il riciclo di questo materiale. Questa nuova tecnologia utilizza un processo chimico chiamato pirolisi per scomporre il polistirolo in monomeri puri, che possono essere riutilizzati per creare nuovo polistirolo.
La pirolisi è un processo che coinvolge il riscaldamento del polistirolo a temperature elevate (oltre 450°C) in assenza di ossigeno. Questo metodo evita la combustione e la conseguente emissione di sostanze tossiche, scomponendo invece il polistirolo nei suoi componenti di base. I monomeri ottenuti possono poi essere purificati e riformati in polistirolo vergine, pronto per essere riutilizzato in nuovi prodotti.
Il processo di pirolisi avviene in un reattore specifico, seguito da uno scambiatore di calore e colonne di distillazione che separano i componenti fondamentali del polistirolo. Questo metodo ha un rendimento del 60%, producendo 600 grammi di stirene puro al 99% da ogni chilogrammo di polistirolo riciclato.
Il costo per ridurre le emissioni di CO₂ attraverso la pirolisi è di circa 1,5 dollari per tonnellata di CO₂, molto inferiore rispetto ad altri metodi di riciclo. Questo rende la pirolisi una soluzione ecologica e soprattutto economicamente sostenibile.