Salute e benessere

La start-up italiana che riesce a smaltire i pannelli solari senza sostanze tossiche

Una start up veneziana sta rivoluzionando il mondo del fotovoltaico con un processo innovativo per il riciclo dei pannelli solari.

Questa nuova metodologia promette di recuperare i materiali preziosi contenuti nei moduli, come argento, silicio, rame e alluminio, senza ricorrere all’uso di sostanze tossiche e inquinanti.

Francesco Miserocchi, direttore tecnico della start up 9-Tech, descrive i pannelli fotovoltaici come vere e proprie miniere di materiali preziosi. Tuttavia, la loro natura resistente alle intemperie rende particolarmente complesso il processo di smantellamento e recupero dei componenti.

Un recente studio pubblicato su Nature Physics evidenzia l’importanza della sfida globale che ci attende: entro il 2050 sarà necessario gestire responsabilmente lo smaltimento di una quantità stimata tra le 54 e le 160 milioni di tonnellate di pannelli solari.

Fotovoltaico: smaltimento pannelli solari senza sostanze tossiche

La metodologia sviluppata da 9-Tech si distingue per l’assenza totale dell’utilizzo di sostanze dannose. Il processo inizia con lo smontaggio manuale delle parti più esterne del modulo solare. Successivamente, i restanti componenti vengono inseriti in un forno speciale che vaporizza i polimeri adesivi senza rilasciare sostanze tossiche nell’aria. Grazie a questo sistema è possibile anche recuperare il calore prodotto dal forno per migliorare l’efficienza energetica del processo.

Pannelli solari smaltimento
Come smaltire i pannelli solari (BioPianeta.it)

Dopo la fase iniziale nel forno speciale, viene effettuata la separazione dei vari materiali: un rullo rimuove il rame mentre setacci specializzati separano il vetro dal silicio. Un ulteriore passaggio prevede l’immersione del silicio in un bagno ad ultrasuoni che facilita la rimozione dell’argento senza ricorrere a processi chimici nocivi. Questo metodo permette non solo una separazione efficace ma garantisce anche un recupero dei materiali ad alta purezza.

Pietrogiovanni Cerchier, CEO della start up veneziana, sottolinea come questo sistema consenta un recupero significativo dei metalli preziosi presenti nei moduli fotovoltaici: fino al 90% dell’argento e oltre il 95% del silicio possono essere riutilizzati grazie alla purezza elevata dei materiali recuperati. Sebbene il costo del processo sia superiore rispetto ai metodi tradizionalmente impiegati per recuperare principalmente alluminio e vetro, l’estrazione efficiente degli elementi preziosissimi dovrebbe ampiamente compensare le spese aggiuntive.

Questa innovativa tecnica proposta dalla start up italiana rappresenta una svolta significativa nel settore del riciclo dei pannelli fotovoltaici. Non solo offre una soluzione ecologica al problema dello smaltimento ma apre anche nuove prospettive economiche legate al recupero efficiente delle risorse naturalmente limitate sulla Terra.

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