Enormi strutture nascoste sul fondale marino per combattere l’inquinamento: la folle idea del momento
Le strutture sottomarine offrono una prospettiva affascinante e promettente per il futuro della tecnologia e dell’ambiente.
L’evoluzione tecnologica non smette mai di stupire, portando avanti idee e progetti che fino a pochi anni fa sembravano pura fantascienza. Tra le novità più intriganti e rivoluzionarie degli ultimi anni, emergono alcune iniziative che mirano a sfruttare il potenziale inesplorato degli oceani. In un mondo dove l’inquinamento è una minaccia crescente, le soluzioni innovative sono più necessarie che mai.
Le profondità marine, spesso considerate ostili e impraticabili, stanno ora diventando un campo di sperimentazione per tecnologie all’avanguardia. L’obiettivo è duplice: ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività e trovare nuovi modi per migliorare l’efficienza delle infrastrutture critiche. Questi progetti pionieristici stanno cambiando il modo in cui concepiamo il rapporto tra tecnologia e ambiente.
La rivoluzione dei data center sottomarini
Nel 2018 Microsoft ha lanciato il Project Natick, un’iniziativa audace per posizionare data center sul fondale marino. La capsula contenente il data center è stata posizionata nel Mare del Nord, vicino alla Scozia, e ha operato per 25 mesi. Questo data center includeva 855 server e un’infrastruttura di raffreddamento avanzata. I risultati del test sono stati sorprendenti: solo sei server su 855 hanno presentato problemi, evidenziando una percentuale di guasti pari a 1/8 rispetto ai data center terrestri.
L’esperimento del Project Natick ha dimostrato che i data center sottomarini possono essere molto più affidabili rispetto a quelli tradizionali. Il basso tasso di guasti è stato attribuito alla temperatura stabile e alla riduzione delle vibrazioni nell’ambiente sottomarino. Microsoft ha anche esplorato l’utilizzo di ambienti a base di azoto anziché di ossigeno per i server, ottenendo ulteriori dati utili per future implementazioni.
L’installazione di data center sott’acqua non è solo una questione di efficienza operativa. Questi progetti mirano anche a ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture IT. I data center sottomarini utilizzano l’acqua marina per il raffreddamento, eliminando la necessità di sistemi di raffreddamento ad aria che consumano molta energia. Questo approccio contribuisce a ridurre l’emissione di gas serra, rendendo i data center più sostenibili.
Un altro aspetto positivo è la rapidità di implementazione. Le capsule possono essere costruite e testate a terra, quindi trasportate e posizionate sul fondale marino in tempi relativamente brevi. Questo riduce i tempi di inattività e i costi associati alla costruzione di infrastrutture su larga scala.
Anche se Microsoft ha deciso di concludere il Project Natick, le lezioni apprese stanno influenzando altre iniziative simili in tutto il mondo. Ad esempio, la compagnia cinese Highlander ha installato un data center sottomarino vicino all’isola di Hainan, mentre aziende americane come Subsea Cloud e Nautilus stanno sviluppando rispettivamente data center sottomarini e galleggianti.