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Chi torna dallo spazio è irriconoscibile: come abbandonare la Terra cambia il corpo umano

L’esperienza di vivere nello spazio offre preziose informazioni su come il corpo umano si adatta e si trasforma in ambienti estremi.

Passare un lungo periodo nello spazio è un’esperienza straordinaria, che pochi esseri umani hanno il privilegio di vivere. Tuttavia, il ritorno sulla Terra dopo mesi o anni trascorsi in microgravità porta con sé una serie di cambiamenti fisici sorprendenti. Gli astronauti che rientrano dal loro soggiorno nello spazio spesso affrontano infatti delle sfide molto particolari per riadattarsi alla vita terrestre.

Nonostante l’allenamento intensivo e le misure preventive adottate a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), i cambiamenti nel corpo umano possono essere profondi e duraturi. L’assenza di gravità, l’esposizione alle radiazioni cosmiche e altri fattori ambientali unici dello spazio influenzano muscoli, ossa, vista e molti altri elementi impensabili del nostro corpo.

Cosa accade al corpo umano al ritorno dallo spazio

L’assenza di gravità nello spazio provoca una rapida diminuzione della massa muscolare e ossea. I muscoli posturali, come quelli della schiena, del collo, dei polpacci e dei quadricipiti, si atrofizzano rapidamente poiché non devono sostenere il peso del corpo. Dopo solo due settimane, la massa muscolare può diminuire fino al 20%, e dopo missioni di sei mesi, la perdita può arrivare al 30%.

L’assenza di gravità nello spazio porta a una rapida atrofia muscolare e demineralizzazione ossea – biopianeta.it

Le ossa subiscono un processo simile di demineralizzazione, perdendo fino al 2% della loro massa ogni mese. Questa perdita aumenta il rischio di fratture e può richiedere anni per essere recuperata una volta tornati sulla Terra.

Mantenere un peso sano nello spazio è complesso. Nonostante gli sforzi della NASA per fornire cibi nutrienti, gli astronauti spesso si ritrovano a perdere una parte considerevole del loro peso. Scott Kelly, che ha trascorso 340 giorni sulla ISS, ha perso il 7% della sua massa corporea. La microgravità e l’ambiente spaziale alterano il metabolismo e la composizione corporea, influenzando addirittura il microbiota intestinale, con cambiamenti significativi nei batteri e nei funghi che vivono nel tratto digestivo.

La microgravità influisce anche sulla circolazione sanguigna, con un maggiore accumulo di fluidi nella testa. Questo può causare edema intorno al nervo ottico, portando a problemi di vista. Come conseguenza di questa situazione, astronauti possono sperimentare una riduzione della nitidezza visiva e alterazioni strutturali degli occhi, alcune delle quali possono essere permanenti.

Studi recenti hanno mostrato che il cervello subisce cambiamenti nella connettività neurale, specialmente nelle aree legate alla funzione motoria e all’equilibrio. Le cavità cerebrali, che immagazzinano il liquido cerebrospinale, possono gonfiarsi e richiedere anni per tornare alla normalità.

La pelle degli astronauti diventa più sensibile durante e dopo la missione spaziale, spesso con eruzioni cutanee al rientro. Infine, un altro aspetto importante è l’effetto sul DNA: è stato osservato che i telomeri, che proteggono i nostri geni, possono allungarsi nello spazio, ma tornano rapidamente alla normalità una volta rientrati.