La pressione alta può essere un pericolo per la salute e rendere più difficile il lavoro. Esiste per questo un accompagnamento alla pensione.
La pressione alta, quella che in termini medici più corretti si chiama ipertensione, è una condizione che colpisce sempre più persone. La pressione alta è quella condizione fisica in cui la pressione arteriosa supera le soglie mediche massime. Misurata in pressione massima e pressione minima, o sistolica e diastolica, deve scattare un campanello d’allarme quando i valori sono oltre 200 per la pressione massima e oltre 120 per la pressione minima.
Potremmo definirla una delle malattie della modernità. Ma, proprio data la sua altissima diffusione c’è il problema di dover riuscire a conciliarla anche con il lavoro. Il che non è sempre possibile o non è sempre possibile in una misura che consente di lavorare al proprio meglio.
Per questo motivo esistono norme che garantiscono al lavoratore una situazione di vantaggio fino a un accompagnamento alla pensione. Una situazione che si protrae nel tempo con questi valori di pressione può infatti avere conseguenze anche molto gravi.
Quando la pressione è alta può portare alla pensione?
Oltre a prendere contatto con uno specialista e sottoporsi quindi a tutti i controlli del caso si deve anche valutare come questa pressione alta vada ad incidere sulle proprie capacità lavorative. Perché in alcune situazioni riuscire a far rientrare il valore della pressione nei limiti non è possibile rapidamente o non è possibile o ancora le conseguenze sono già evidenti.
Per questo l’ipertensione, in alcune condizioni specifiche, viene trattata alla stregua di qualunque altra patologia invalidante e dà quindi diritto a una percentuale di invalidità che può andare dal 10% fino al 100%, e addirittura permettere la richiesta del riconoscimento dello stato di invalidità come prescritto dalla Legge 104.
I vari gradi di invalidità portati dalla pressione alta hanno una serie di benefici di cui il lavoratore, che non può svolgere il suo compito nel modo migliore, può usufruire. E c’è una situazione particolare in cui è possibile anche chiedere un accompagnamento alla pensione. Si tratta di quelle condizioni in cui la situazione di ipertensione provoca almeno il 33% di invalidità.
Nel caso di queste invalidità, che per esempio derivano da cardiopatie ipertensive ad alto rischio, si può avere un assegno di invalidità. Questo assegno di invalidità può essere poi trasformato in assegno per la pensione dopo tre anni. Oltre all’invalidità è bene anche sapere quali sono i diritti dei lavoratori nel momento in cui, per esempio, devono recarsi presso uno specialista o essere sottoposti ad esami.
In linea generale, queste attività possono essere considerate permessi di malattia ma è bene confrontarsi con le rappresentanze sindacali per essere sicuri di ciò che prevede il proprio contratto. I contratti nazionali infatti prevedono modi diversi di valutare le assenze dei lavoratori che devono sottoporsi a controlli o terapie.