Proprio come gli alimenti, anche i farmaci hanno un termine minimo di conservazione e assumere una medicina scaduta può essere pericoloso.
In Italia, secondo un recente report, almeno il 40% dei farmaci che si trovano nelle case è scaduto. Questo significa innanzitutto che manca una cultura in merito alla sicurezza nell’utilizzo delle medicine.
Molte persone non guardano la data di scadenza del medicinale, oppure non sanno come conservare i farmaci, e i rischi di andare incontro a conseguenze gravi sono alti.
Attenzione, se prendi una medicina scaduta rischi grosso: tutto quello che devi sapere
Imparare a utilizzare correttamente i farmaci consente innanzitutto di non sprecare ma più che altro a salvaguardare la propria salute.
In genere i medicinali che acquistiamo hanno una durata molto lunga, anche fino a 6 anni. La data di scadenza stampata in etichetta serve proprio a far assumere il farmaco entro i tempi ritenuti sicuri, anche se in alcuni casi si possono fare delle eccezioni.
C’è da dire, ad esempio, che i rischi derivanti dall’assunzione di un farmaco scaduto sono diversi anche in base al farmaco stesso. Ad esempio, sono minori con un blando antidolorifico ma aumentano in caso di antibiotici e farmaci pediatrici.
Gli antibiotici, infatti, hanno dei principi attivi che per funzionare devono essere perfettamente conservati. In rari casi si può andare incontro a gravi danni renali se si assumono antibiotici scaduti, anche se nonostante ciò i CDC “rassicurano”: amoxicillina, ciprofloxacina e antibiotici di nuova generazione sono sicuri fino a decine di anni dopo la scadenza. Questo non significa comunque assumerli alla leggera, soprattutto se la data di scadenza è già passata.
Particolare attenzione è necessaria per quanto riguarda i farmaci pediatrici. I bambini non hanno il sistema immunitario maturo come gli adulti, e quindi potrebbero manifestare sintomi più gravi in caso di assunzione di medicinali scaduti.
Inoltre, anche la formulazione stessa del medicinale può influire: infatti sembra che le compresse si conservino meglio, tanto da risultare stabili al 100% anche fino a 24 mesi dopo la scadenza. Non è così, invece, per le medicine liquide, come le sospensioni, gli sciroppi, i colliri o i farmaci da iniettare. In caso di medicine liquide, però, si ha anche la possibilità di verificare coi propri occhi se c’è qualche forma di compromissione: il liquido non deve avere sedimenti, depositi sul fondo, o presentare modifiche al colore e alla consistenza. In questi casi non vanno assolutamente prese, a prescindere dalla data di scadenza.