Cos’è la Malattia Mip C di cui tutti parlano, trasmissione molto veloce e mortalità alta: è allarme
La malattia Mip C preoccupa tutto il mondo per la sua mortalità e la velocità di trasmissione: cos’è e cosa c’entra il Covid-19
L’incubo apocalittico della pandemia, la chiusura in casa, la vita sociale azzerata e soprattutto i tanti ricoveri in ospedale e i morti sembrano finalmente un lontano ricordo da relegare nel cassetto della memoria. Il Covid-19, ormai da un po’ di tempo, non sta più limitando le nostre vite, ma ora c’è un nuovo nemico da affrontare.
O meglio, è necessario vedersela con le conseguenze della pandemia. Stavolta non stiamo parlando del Long Covid, che ancora oggi mette in difficoltà tante persone, ma della Malattia Mip C. Negli ultimi giorni, ne parlano tutti per via delle scoperte che sono state fatte da un grosso team di ricercatori provenienti da posti diversi nel mondo e che ha fatto capo al Nord dell’Inghilterra.
Innanzitutto, la sigla vuol dire “autoimmunità MDA5 e polmonite interstiziale contemporanea con COVID-19”, abbreviata MIP C, appunto. Diciamo subito che la mortalità è piuttosto alta: 8 pazienti su 60, tra quelli esaminati nello Yorkshire, ha perso la vita. Secondo i medici, è evidente il legame con l’infezione da Coronavirus SARS-CoV-2, anzi proprio il virus sarebbe il fattore scatenante della nuova patologia.
Cos’è la MIP C: sintomi, caratteristiche e prevalenza
Gli studiosi hanno preso in esame pazienti che presentavano cicatrici polmonari, ma anche e soprattutto sintomi reumatologici come artrite, dolori muscolari ed estese eruzioni cutanee.
Alcune delle persone descritte non avevano mai avuto un tampone positivo o la certezza di aver avuto il Covid-19, per cui l’ipotesi è che possa riguardare anche chi ha avuto il virus in forma asintomatica o solo un lieve contatto. La MIP C si differenzia dalle altre dermatomiositi per il tasso di progressione, il comportamento e la mortalità, motivo per cui i dati stanno allarmando la comunità scientifica.
Il legame con il Covid è parso evidente, confrontando la prevalenza del virus con quella della MIP C: è passata dallo 0,4% nel 2019 al 2,1% nel 2020, per poi arrivare addirittura al 4,8% nel 2021 e poi decrescere all’1,7% nel 2022.
I medici che hanno effettuato lo studio ritengono che la patologia non sia solo un fenomeno riguardante il Regno Unito, ma che sia già ‘uscita’ e si sia diffusa anche altrove. I risultati della ricerca in questione, che sta attirando l’attenzione di tutti gli esperti nel settore delle malattie virali, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eBIOMedicine.