Il 5G continua a dare problemi: alert limiti elettromagnetici fuori dalla norma. Dobbiamo preoccuparci? Ciò che si deve sapere.
Sin dal suo avvento, ormai avvenuto un lustro fa, la quinta generazione della telefonia mobile con una significativa evoluzione rispetto alla tecnologia 4G/IMT-Advanced ha colpito per il netto miglioramento in termini di velocità, ma anche diviso e preoccupato.
Sì perché il 5G è difficile da installare e implementare. Sono necessari più trasmettitori per coprire la stessa area delle attuali reti 4G. I fornitori, inoltre, hanno sempre riscontrato delle criticità per il posizionamento di di alcune di queste “celle”.
La lentezza dell’implementazione, mista ai problemi riscontrati da sfide fisiche come luoghi storici protetti o geografia accidentata è stata da cinque anni a questa parte oggetto di analisi, riflessione, divisione, senza dimenticare la sicurezza.
Limiti elettromagnetici più alti? Siamo a un quarto dallo sbarramento dato dall’ICNIRP
Le reti pre-5G avevano meno punti di contatto del traffico hardware, i sistemi dinamici basati su software del 5G hanno molti più punti di instradamento del traffico. Il 5G significa maggiore utilità e potenziale per l’IoT, ma la mancanza di sicurezza per i dispositivi IoT si traduce con violazioni della rete e gli attacchi di hacker potrebbero dilagare. Proprio come sta accadendo in questi ultimi anni. Ma qualcosa potrebbe cambiare.
La buona notizia arriva dal fatto che in Italia i limiti i limiti delle emissioni elettromagnetiche potranno essere alzati da 6 V/m a 15 V/m, come previsto dal Decreto Concorrenza, nato e approvato per poter consentire di sviluppare più facilmente la rete mobile 5G. Una buona notizia?
A quanto pare sì, per tutta una serie di motivazione. Aver stabilito limiti elettromagnetici più alti consente alle antenne made in 5G di creare campi più omogenei, ogni antenna avrà un segnale ancora più amplificato. Inoltre le caratteristiche tecniche del segnale a 26 GHz, prevedono che a questa frequenza il segnale abbia una portata inferiore rispetto al segnale, per esempio, a 700 MHz.
Ma soprattutto i limiti delle emissioni elettromagnetiche è inversamente proporzionale al rischio di problematiche che potrebbero andare a intaccare la nostra salute. Non solo. In Italia siamo ancora molto indietro in termini di limiti delle emissioni elettromagnetiche, basti pensare che quel 15 V/m è pochissimo rispetto alla soglia prevista rappresentante i paletti oltre ai quali ci potrebbero essere ripercussioni sull’umano.
Secondo la Commissione Internazionale per le Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) il limite suggerito dall’ICNIRP è di 61 V/m: siamo in pratica a circa un quarto da quello sbarramento. Da qui la decisione presa dall’Italia, da qui la buona notizia.