Quanto dovremo spendere per adeguare le nostre abitazioni alla norma Case Green: cifre altissime
La modernizzazione delle nostre abitazioni è necessaria, ma comporta un conto molto alto e non è chiaro chi sarà obbligato a pagarlo.
La crisi climatica che stiamo vivendo a livello globale ci spinge a riconsiderare molte delle nostre abitudini quotidiane, soprattutto in termini di consumo energetico e impatto ambientale. L’efficienza energetica nelle abitazioni è diventata una priorità assoluta non solo per questioni ambientali, ma anche economiche. L’Unione Europea è una delle istituzioni che prestano più attenzione alle sfide imposte dai cambiamenti climatici e sta progettando e attuando una serie di normative molto severe, per spingere verso una trasformazione green dell’edilizia residenziale.
Le nuove direttive mirano a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, rendendo le case più efficienti e meno inquinanti. Questi nobili obiettivi portano però con sé una sfida non indifferente: i costi di adeguamento degli immobili esistenti alle nuove norme ambientali sono significativi. Le famiglie europee si trovano così a fronteggiare una doppia pressione: da un lato l’esigenza di contribuire alla lotta contro il riscaldamento globale, dall’altro bisognerà trovare un modo per sostenere il peso finanziario di queste ristrutturazioni.
Per rendere le case green serviranno molti soldi: chi sarà tenuto a pagare?
Secondo le stime di Unimpresa, il costo totale per adeguare gli edifici italiani alle nuove normative sulle Case Green ammonta a circa 270 miliardi di euro. Questa cifra, spaventosamente alta, è dovuta alla necessità di ristrutturare circa 7,6 milioni di unità immobiliari in Italia, il 61% del totale, che attualmente rientrano nelle classi energetiche più basse, F e G. Questi immobili dovranno essere portati a standard di impatto ambientale zero entro il 2050, conformemente agli obiettivi dell’UE.
Il Centro studi di Unimpresa ha calcolato che la spesa media per ristrutturare ciascun immobile varia tra i 20.000 e i 55.000 euro. Le abitazioni che non rispettano i nuovi parametri imposti dalla direttiva europea rappresentano tre quinti del totale, un dato che sottolinea l’enorme impatto economico che le famiglie e le aziende dovranno affrontare.
Le politiche dell’Unione Europea, sebbene guidate da una visione ecologica necessaria, sono state criticate per il loro approccio che, secondo alcuni, si basa più su ideologie che su una concreta valutazione delle conseguenze economiche. Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, ha espresso preoccupazione per come queste norme possano avvantaggiare alcuni paesi a discapito di altri, come l’Italia, la Spagna, la Grecia e il Portogallo. Questi paesi, secondo le sue stime, si troveranno a pagare un prezzo particolarmente elevato nell’adeguamento alle nuove regole.
La leader di Unimpresa ha quindi sottolineato la necessità di un ripensamento delle politiche europee e una maggiore determinazione da parte dei partiti politici, tanto italiani quanto europei, per mitigare gli impatti negativi su economie già vulnerabili. Il rischio, senza un cambiamento delle normative, è quello di danneggiare seriamente l’economia di questi paesi.