Patologia molto grave si manifesta con precisi sintomi notturni: non sottovalutarli
Questi sintomi notturni non devono essere sottovalutati perché potrebbero essere la spia di una grave patologia: a cosa fare attenzione.
Il corpo va ascoltato e spesso è già quello che avvertiamo a darci le risposte, sempre se non lo sottovalutiamo. E così alcune sensazioni che classifichiamo come banali fastidi che tenderanno a passare da soli con il tempo o con un po’ di riposo, diventano dei veri e propri disturbi o patologie non così semplici da curare.
Entrando nello specifico, spesso è utile valutare cosa ci succede la notte e poi iniziare dei controlli di routine che potrebbero essere fondamentali per la diagnosi. È il caso del reflusso gastroesofageo, che quando arriva nelle ore del sonno, provoca una fastidiosa acidità mentre si tenta di dormire.
Può dipendere da diversi aspetti o stili di vita, e soprattutto è importante valutare la ricorrenza e in prossimità di quali azioni si verifica, ma bisogna sempre controllare che non ci sia a monte una patologia più grave. Spesso, chi soffre di reflusso deve per prima cosa curare l’alimentazione: è chiaro che sia favorito dal consumo di pasti pesanti, molto acidi o abbondanti prima di andare a letto.
Reflusso notturno: i sintomi e come può essere curato
Occorre limitare o abolire il fumo, gli alcolici, limitare lo stress e tensioni psicofisiche. Ma a volte non basta. A volte, anche la posizione in cui si va a letto può aggravare la percezione del problema. I sintomi, in ogni caso, sono una forte sensazione di bruciore, raucedine, dolore toracico, singhiozzo, nausea, addirittura mal di gola e tosse secca.
A monte, potrebbe esserci la presenza di un’ernia iatale o di un cardias incontinente – si tratta della zona di congiunzione tra esofago e stomaco. Si possono adottare dei rimedi immediati per risolvere il problema, oltre ad alimentazione sana e sport: dormire sul lato sinistro e con la testa sollevata aiuta molto.
Anche avere una routine del sonno, per rilassarsi un po’ prima di chiudere gli occhi e dormire attenua il disturbo per molte persone, rilassando e distendendo i muscoli di tutto il corpo e facendo rallentare il battito cardiaco.
Occhio, però, a non sottovalutare il problema: se dovesse ripetersi troppo spesso nel tempo, nonostante gli accorgimenti, è importante valutare la situazione con il proprio medico di famiglia e iniziare un trattamento, magari con un antiacido. Poi sarà lui a capire se c’è bisogno anche del consulto di uno specialista.