L’allarme arriva dall’OMS: una nuova pandemia potrebbe essere in agguato e sconvolgere la popolazione di tutto il mondo.
Dopo la pandemia di Covid potrebbe arrivarne un’altra con ripercussioni che potrebbero essere anche peggiori. È quanto afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità lanciando un allarme che può suscitare una preoccupazione abbastanza fondata.
Potrebbe essere “100 peggiore del Covid” la nuova pandemia, se dovesse scatenarsi, stando a quanto sostengono gli scienziati dell’OMS. L’allerta è stata diramata negli Stati Uniti a causa di un sostanziale aumento dei casi di influenza aviaria.
Il presidente Joe Biden ha posto l’attenzione su questo potenziale pericolo che incombe sulla popolazione statunitense e che ovviamente potrebbe estendersi a tutto il mondo. L’allarme però non riguarda esclusivamente gli Stati Uniti. Anche al Regno Unito l’Oms ha lanciato un monito per la possibile diffusione di questa malattia potenzialmente letale che potrebbe diffondersi in modo esponenziale. Quali sono gli effettivi rischi che si corrono?
Il pericolo di una nuova pandemia: l’allarme dell’OMS
Se negli Stati Uniti a preoccupare è il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, che dagli animali può essere trasmessa all’uomo, in Inghilterra questo sottotipo, altamente letale, è pure il principale organismo che desta forte preoccupazione.
I dati parlano chiaro: tra il 2003 e il 2023 si è verificato un netto aumento dei casi di questa influenza mortale. Su 889 casi umani si sono registrati 463 decessi. I tassi di mortalità sono stati definiti dalla World Health Organisation “straordinariamente elevati“. Se la massima organizzazione che si occupa della tutela della salute pubblica lancia un allarme, certamente la cosa non può che destare l’attenzione.
Il sottotipo analizzato, l’H5N1, ha già decimato la popolazione degli uccelli nelle zone maggiormente colpite. Ma non si è limitato a contagiare queste specie di animali. La trasmissione dell’influenza aviaria è passata anche a mucche, foche e gatti fino ad arrivare agli esseri umani. Nonostante al momento non ci sono prove della trasmissibilità del virus da persona a persona, ma solo da animale a persona e quindi il contagio si può considerare sicuramente più contenuto e contenibile, non ci sono certezza assolute al riguardo.
Se ciò dovesse accadere, se la trasmissibilità dovesse riguardare gli umani potrebbe diventare una pandemia dalla conseguenze ben più devastanti del Covid. La potenzialità letale infatti è molto alta e metà della popolazione colpita non riuscirebbe a sopravvivere. La preoccupazione è forte tra i membri dell’OMS, come esternato da Jeremy Farrar, il capo scienziato dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite.
Potrebbe accadere una “pandemia globale zoonotica animale“, come afferma lo scienziato. Gli studiosi sono all’erta per analizzare e monitorare attentamente il modo in cui potrebbe avvenire un adattamento di questo virus nella popolazione umana.