Cremazione ad acqua, la svolta green in Europa che cambia il settore: come funziona
E’ finalmente arrivata una pratica funeraria più ecologica e più sostenibile: la cremazione ad acqua. Ecco di cosa si tratta.
La tradizionale cremazione è attualmente una pratica in espansione nel settore funebre, in Italia scelgono infatti di eseguirla oltre 240.000 persone ogni anno. Si tratta inoltre di un metodo antichissimo, secondo gli storici risale addirittura a 17.000 anni fa, cioè nell’epoca preistorica.
Ad ogni modo, questa pratica consiste nel ridurre un corpo senza vita nei suoi elementi base: gas, sali minerali e frammenti ossei. Tuttavia, l’intero processo rilascia grandi quantità di sostanze inquinanti nell’aria.
In modo particolare, ogni forno crematorio disperde nell’atmosfera monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici e inorganici e metalli pesanti. Esiste fortunatamente un nuovo metodo decisamente più ecologico, rispetto a quello tradizionale: la cremazione ad acqua.
Arriva in Europa la cremazione ad acqua
L’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, che è morto il 26 dicembre 2021 all’età di 90 anni, ha speso gran parte della sua vita a lottare contro l’Apartheid e contro l’inquinamento della Terra. L’amatissimo Premio Nobel per la pace di Città del Capo ha scelto una procedura innovativa per le sue esequie.
Nelle ultime volontà c’era infatti scritto tutto ciò che avrebbe desiderato al suo funerale: una bara economica e una cremazione ad acqua. Quest’ultima è una pratica a zero emissioni, poiché non consiste nel bruciare un corpo. Qual è allora la procedura di questa innovativa “acquamazione“?
Innanzitutto, si tratta di un processo costituito da una soluzione alcalina di acqua e idrossido di potassio, il cui compito è quello di sciogliere gli organi e i tessuti ad una temperatura di circa 152 gradi. Dopodiché, avviene la polverizzazione delle ossa. La polvere ottenuta viene successivamente consegnata ai familiari, proprio come avviene con la tradizionale cremazione.
Bisogna inoltre ricordare che questa particolare pratica si sta attualmente diffondendo esclusivamente nel Regno Unito, in Olanda, in Canada e in alcuni Stati degli Stati Uniti. Ciò significa che la cremazione ad acqua è ancora ignota nella maggior parte dei paesi europei. Ad ogni modo, l’innovativa pratica risale addirittura agli anni ’90, quando un gruppo di ricercatori americani riuscì a svilupparla per la prima volta.
Per quanto riguarda il funzionamento delle macchine, queste pompano un fluido alcalino caldo attorno al corpo per circa 4-6 ore. In altre parole, si cerca di accelerare il naturale processo di decomposizione. In seguito, i frammenti di ossa vengono essiccati, tritati e consegnati ai familiari in una scatola funeraria.