C’è preoccupazione per i livelli di inquinamento nel nostro Paese che mettono a rischio la salute di 16 milioni di persone.
Sappiamo bene che una delle tante criticità italiane riguarda l’inquinamento. Il nostro Paese “vanta” il triste record di essere uno degli Stati europei più inquinati. La qualità dell’aria non è per nulla buona e questo si traduce in dati davvero preoccupanti.
Che non si tratti di semplici astrazioni o vaghe cifre lo mostrano i dati diffusi dall’Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente che nel 2021 ha registrato 11.282 morti premature in Italia dovute all’esposizione al biossido di azoto. Si tratta del dato più alto nel Vecchio Continente.
Preoccupa anche un altro dato: quello relativo all’incidenza del cancro, seconda causa di morte in Italia, con il cancro ai polmoni che costituisce il maggior numero di decessi sia per gli uomini che per le donne. Per non parlare del numero di persone potenzialmente in pericolo, che raggiunge la cifra di 16 milioni. Ma chi è rischiare di più e in quale zone d’Italia?
Italia, allarma il dato sull’inquinamento: 16 milioni di persone sono in pericolo
Come potete facilmente immaginare, stiamo parlando della Pianura Padana, tristemente nota per essere la zona più inquinata d’Europa. È qui che biossido di azoto, ozono e particolato inalabile (PM) – specialmente PM10 e PM2,5 – arrecano gravi danni alla salute degli oltre 16 milioni di abitanti della pianura.
Pur essendo maggiormente benestante sul piano meramente economico, con un regime alimentare migliore, meno fumatori e persone in sovrappeso rispetto al Mezzogiorno, la Pianura Padana fa registrare un più elevato tasso di mortalità per il cancro, come dimostrato da uno studio dell’Università di Bologna.
«Tutti gli studi affermano in modo inequivocabile che esiste una connessione diretta tra il vivere in un’area altamente inquinata e gli elevati rischi di degenerazione della salute», spiega il professor Signorelli, presidente dell’Associazione delle Scuole di Sanità Pubblica della Regione Europea (ASPHER). Particolarmente a rischio risultano i centri urbani. Come Cremona, la città lombarda che stando all’Aea ha la quarta più alta concentrazione di PM2,5 in Europa. Ma anche Verona, Padova e Vicenza hanno fatto registrare un aumento del PM2,5 tra il 2018 e il 2022.
A far degradare la qualità dell’aria nella Pianura Padana è stato il “combinato disposto” tra massiccia industrializzazione, alta urbanizzazione e conformazione geografica. Gli inquinanti atmosferici rimangono “intrappolati” in questa pianura circondata a nord dalle Alpi e a sud dagli Appennini. In questo modo nelle sue città più popolate viene a formarsi una concentrazione decisamente poco salutare di sostanze inquinanti. Questo vale in particolare durante l’inverno, quando il mix tra scarso vento e aria più fredda sfavorisce la dispersione degli inquinanti.