Italia all’avanguardia per il riciclo degli apparecchi elettronici: 3 start up che stanno cambiando il mercato
In Italia abbiamo tre aziende leader nel riciclo degli apparecchi elettronici, tema oggi fondamentale: ecco di che realtà si tratta.
Il tema del riciclo è oggi di primaria importanza. Il nostro pianeta, infatti, si sta riempiendo di rifiuti e molto spesso la produzione supera di gran lunga i ritmi dello smaltimento, causando vere e proprie isole-discarica in mezzo al mare formate da soli oggetti e dispositivi abbandonati al loro destino. Oggi parliamo di dispositivi elettronici, molto difficili da recuperare e riciclare quando non più funzionanti.
La durata media di un computer è passata da 11 anni a 4 anni in tre decenni: si stima infatti che ad oggi siano in circolazione 34 miliardi di tonnellate di dispositivi digitali e che i rifiuti provenienti da questo settore stia aumentando a un ritmo di tre volte superiore rispetto alla crescita della popolazione.
Si tratta di quella che viene definita obsolescenza programmata, una strategia commerciale adottata dalle aziende per accorciare “artificialmente” la vita dei dispositivi elettronici così da favorire l’acquisto di sempre nuovi. Ecco però tre aziende che in Italia si distinguono per il riciclo dei rifiuti di questo tipo.
Tre startup italiane che riciclano i rifiuti tecnologici
Iniziamo da Sfridoo, azienda che ha creato una piattaforma dedicata allo smaltimento degli scarti. Il cofondatore, Marco Battaglia, spiega che la loro missione è quella di invitare le aziende a unirsi tra di loro anche creando il cosiddetto “sottoprodotto”, quindi le materie secondarie e gli avanzi di magazzino.
3 startup italiane leader nel riciclo degli elettrodomestici: ce le invidia tutto il mondo (biopianeta.it)”Digitalizziamo quello che è il dato di rifiuto di un’azienda e attraverso il nostro network raggiungiamo il perfetto matching per quel materiale di scarto con la realtà più idonea per lo smaltimento”, si legge nella mission dell’azienda green.
Seconda azienda è Hiro, che significa Human ispired by robots. Nata dall’idea di quattro ingegneri robotici italiani, si occupa di portare nuove tecnologie nel trattamento dei rifiuti elettronici. “Nello specifico integriamo le nostre competenze fondamentali che sono AI, visione artificiale e robotica per creare nuovi impianti di trattamento dei rifiuti elettronici”.
Infine c’è Luna Geber, startup che nasce come spin-off dell’Università di Perugia. L’azienda interviene a monte delle procedure di smaltimento, riprogetta i circuiti per renderli circolari attraverso il recupero delle componenti di base. La speranza è che da queste tre startup nasca un panorama di recupero e riciclo sempre più ampio, in Italia e nel mondo.