Prima dell’invenzione delle racchette, il tennis già esisteva, ma in una forma completamente diversa. Uno sport antico e tanto amato.
Oggi siamo abituati a parlare in termini di Ranking ATP o di talentuosi sportivi nostrani capaci di salire nelle classifiche internazionali. Sinner ne è l’esempio più palese, ma recentemente anche Berrettini era riuscito a entrare nella top 10, dimostrando quanto questo sport sia tanto praticato, seguito e apprezzato nel nostro Paese. Ma prima di arrivare in Italia ne ha fatta di strada il tennis, anche perché si praticava già in tarda antichità, pur se in delle modalità del tutto differenti.
I campioni nostrani sono abituati a utilizzare degli strumenti super all’avanguardia, capaci di far sentire poco la fatica e di rendere il gioco più armonioso possibile. In passato, invece, quando ancora la racchetta doveva essere inventata, vi erano altri metodi più complicati per vivere il tennis, ma non per questo poco soddisfacenti.
Ai suoi albori, questo nobile sport veniva praticato in tutta Europa, e aveva come nome “tennis con le palme“. Fra i primi documenti che ne fanno giungere la sua conoscenza al giorno d’oggi vi è un divieto che è stato elargito da parte del prevosto parigino il 22 giugno del 1397.
La storia del tennis e il fascino del giocare senza la racchetta
Il gioco della palma veniva praticato da tutti, nobili e non, ma i primi potevano godere di spazi dedicati a esso al chiuso. Per loro era possibile, quindi, svolgere il tennis a palma corta, con una rete a dividere il campo, mentre la popolazione poteva giocare all’aperto (palma lunga), ma senza rete e il gioco poteva avere anche fino a 6 giocatori.
La cosa molto particolare era il fatto che non esistesse, in principio, una vera e propria racchetta e le palline venivano colpite prima a mani nude, poi con dei guanti in pelle. In seguito, poi, fu inventata la racchetta, la quale è resistito fino ai giorni d’oggi, contraddistinti dal tennis professionistico e da campioni in grado di regalare delle emozioni indimenticabili ai propri tifosi.
Sin dalla tarda antichità, la popolazione era molto presa da questo gioco, a tal punto che molti lasciavano il loro posto di lavoro per poter fare una partita. Fu proprio questo a costringere il prevosto dei mercanti di Parigi, composto da quattro assessori che si occupavano degli approvvigionamenti della città, a limitare l’attività e a permettere di svolgerla solo la domenica.