Regola dei ‘5 secondi’, mai sentita? Leggenda metropolitana o verità? Ecco di cosa si tratta e, soprattutto, se ha un reale fondamento.
Come tutti gli oggetti, anche il cibo può sfuggirci di mano. Magari ricordiamo, quando da piccoli succedeva che qualche pezzo di cibo ci cascasse per terra, la mamma o la nonna dirci di sbrigarci a raccoglierlo. L’idea era quella che spicciandosi a tirare su dal pavimento il cibo potessimo mangiarlo senza troppi rischi per la salute.
“Tanto è rimasto poco per terra”. In questa frase si trova condensato il succo della famosa regola dei ‘5 secondi’, superati i quali era meglio gettare via il cibo caduto per terra. Al limite ci veniva detto di completare l’opera di ‘igienizzazione’ soffiando sopra il cibo per levare la polvere.
Insomma, secondo la regola dei 5 secondi germi e batteri avrebbero non più di 3-4 secondi di tempo per attaccarsi e contaminare il cibo caduto per terra. Almeno sul pavimento di casa, perché la regola dei 5 secondi di conto alla rovescia sembrava non valere quando il panino o la merendina cadevano per strada. Ma le cose stanno davvero così?
Regola dei 5 secondi: davvero raccogliere il cibo alla velocità della luce lo salva dalla contaminazione?
Per capire se la regola dei fatidici 5 secondi ha qualche fondamento, un team di ricercatori dell’Università del New Jersey si è preso la briga di studiare la faccenda facendo delle analisi di laboratorio. Ecco cosa è emerso dai risultati.
I risultati delle analisi di laboratorio del gruppo di ricerca americano parlano chiaro: come era facile immaginare il cibo venuto a contatto con una superficie non pulita semplicemente si contamina. Il punto non è dunque se il cibo caduto si contamini o meno, semmai quanto si contamina. In sostanza, la vera questione è il grado di contaminazione del cibo caduto per terra. Questo dipende da vari fattori (il tipo di superficie, il grado di umidità del cibo, la durata del contatto).
Chiaro che i pavimenti di casa o i tappeti, anche se apparentemente puliti, non risultano mai igienizzati completamente. Anche se di sicuro lo sono più dell’asfalto delle strade o dei marciapiedi. Così come un cibo ricco di umidità (la frutta per esempio) si contamina più rapidamente rispetto a cibi secchi come pane, biscotti, patatine ecc.
Infine c’è il tempo di permanenza al suolo, che incide sulla quantità di germi che vanno a contaminare il cibo. Meno il cibo rimane a terra, minore sarà anche la carica batterica. Lottare contro il tempo o soffiare sul cibo caduto a terra serve a poco. Meglio buttarlo direttamente nella spazzatura. Al lancio nel bidone dei rifiuti c’è una sola alternativa: cuocerlo per eliminare germi e batteri attraverso la temperatura elevata. La cottura è l’unico modo per recuperare il cibo cascato sul pavimento.