Scoperta una cura efficace per questo tipo di cancro, ma in Italia non si può fare: l’assurda realtà
Il cancro fa paura e non c’è ancora una cura definitiva, ma per un tipo di tumore in particolare c’è una terapia funzionale ma non in Italia.
Burocrazia e costi spesso fanno a pugni con le reali necessità mediche, una realtà che noi italiani conosciamo bene, purtroppo, per diversi tipi di cure, ma meno rispetto ad altri Paesi nel mondo, dove le privatizzazioni hanno già avuto la meglio e non da pochi anni.
Resta il fatto che molti pazienti, anche dalle nostre parti, avrebbero bisogno di terapie specifiche per riuscire a curare molte malattie, su tutte il cancro, ma spesso non riescono a reperirle in Italia o hanno costi talmente elevati che è impossibile sostenerli. Un caso è quello dell’adenocarcinoma polmonare, il più comune dei tipi di tumore al polmone e purtroppo anche il più pericoloso.
L’esordio è insidioso, spesso senza sintomi, se non una tosse secca e ricorrente a cui seguono un continuo affanno anche in attività banali e una debolezza generalizzata. È proprio in quei momenti, in cui la malattia non è ancora in stato avanzato, che si dovrebbe intervenire, o meglio in cui ci sono maggiori possibilità di sconfiggerla, ma riconoscerla resta parecchio complicato per i pazienti.
Il paradosso del sotorasib: la cura per l’adenocarcinoma polmonare che non si può fare in Italia
Al quarto stadio aumentano anche le chance di incorrere in metastasi, che rendono la prognosi decisamente più nefasta. La terapia di prima linea comprende chemio e immunoterapia, nella maggior parte dei casi.
Ovviamente, è importante effettuare tutte le analisi molecolari e geniche del caso, anche perché ben il 30 per cento dei pazienti potrebbero presentare una mutazione della proteina KRAS, che regola la proliferazione cellulare. In questo caso, il cancro è indotto da cellule impazzite che circolano nell’organismo, non tanto da fattori predisponenti come fumo o stile di vita.
Qui arriva il bello. La Food and drug administration ha riconosciuto nel 2021 due farmaci che sono in grado di inibire gli effetti della mutazione: sotorasib e adagrasib. I loro effetti permettono di bloccare l’avanzamento della malattia e di farla addirittura regredire.
È chiaro che nella cura dei pazienti con questo particolare tipo di tumore si tratta di una svolta cruciale nel percorso di cura, peccato che in Italia sia praticamente impossibile da attuare. Il sotorasib è introvabile nel nostro Paese e le linee guida prevedono ancora chemio e immunoterapia in prima linea per i pazienti, nonostante sia usato praticamente in tutt’Europa e sia identificato ormai come una ‘pietra miliare dell’oncologia‘.
Un ulteriore paradosso deriva, quindi, dal fatto che il farmaco sia disponibile già in Germania o oltre le mura del Vaticano per costi altissimi: 4mila euro al mese circa, e chi può permettersi di spenderli? Molte persone rischiano la vita e terapie molto più lunghe e con parecchi effetti avversi per questo limite.
Di fatti, sono già partiti degli appelli online per combattere la burocrazia ed è stata lanciata una petizione su Change.org che ha raccolto quasi 50mila firme. I pazienti hanno diritto alle cure migliori: un messaggio che, ancor di più di questi tempi, non può passare in secondo piano.