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Produrre nuovo legname senza tagliare alberi: la tecnica che preserva la natura

Produrre nuovo legname senza tagliare alberi: con questa tecnica si può fare, preservando la natura. In cosa consiste

La produzione di legname è una pratica antica e vitale per l’economia globale. Tuttavia, il suo impatto sull’ambiente è diventato sempre più evidente negli ultimi decenni. Occorre cercare soluzioni sostenibili per bilanciare la necessità di legname con la conservazione degli ecosistemi. Questa tecnica di cui vi parliamo oggi è molto antica e preserva la natura. 

Uno degli impatti più significativi della produzione di legname è la deforestazione, che porta alla perdita di habitat naturali e alla diminuzione della biodiversità. Le foreste sono ecosistemi ricchi di vita, fornendo rifugio a milioni di specie animali e vegetali. La deforestazione porta alla distruzione di questi habitat, mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose specie.

La rimozione delle foreste per la produzione di legname aumenta anche il rischio di erosione del suolo. Senza la protezione delle radici degli alberi, il terreno diventa vulnerabile all’erosione causata dalle piogge e dai venti. Questo può portare alla perdita di fertilità del suolo e alla diminuzione della capacità di assorbire acqua. Possono aumentare, quindi, i fenomeni di alluvione.

C’è poi il tema del cambiamento climatico. Le foreste assorbono grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, aiutando a mitigare gli effetti dei gas serra sull’ambiente. Tuttavia, quando vengono abbattuti gli alberi, questa capacità di assorbimento viene compromessa, contribuendo all’aumento delle emissioni di gas serra.

Produzione legname: la tecnica che preserva la natura

Dunque, è necessario adottare approcci sostenibili che bilancino le esigenze economiche con la conservazione ambientale. E, forse, non serve scovare chissà quale metodo moderno e innovativo. Esiste una tecnica antica che preserva la natura, senza privare l’essere umano del necessario legname per la sua sopravvivenza.

Il Daisugi: la tecnica di produzione del legname che preserva la natura – (biopianeta.it)

Parliamo del Daisugi, una millenaria tecnica di coltivazione degli alberi ha le sue radici nel XV secolo, quando i contadini giapponesi svilupparono un modo innovativo per coltivare cedri senza abbatterli completamente. Oggi, il Daisugi continua a prosperare come un’espressione unica della connessione tra l’uomo e la natura.

Ha origine nella regione di Kitayama, nella prefettura di Kyoto. Lì richiesta di legno per costruire templi e residenze nobiliari era alta. Per rispondere a questa esigenza senza esaurire le risorse forestali, i contadini locali svilupparono una tecnica innovativa di coltivazione.

L’essenza del Daisugi risiede nella capacità di far crescere nuovi alberi direttamente dai ceppi di quelli precedenti. Dopo aver tagliato un cedro alla base del tronco, i contadini lasciano i ceppi e consentono loro di rigenerarsi. Successivamente, selezionano i germogli più forti e li allevano verticalmente, incanalando la loro crescita verso l’alto con l’uso di supporti di bambù. Questi nuovi germogli vengono curati e potati regolarmente per garantire una crescita diritta e uniforme.

Dal punto di vista ecologico, questa pratica permette la rigenerazione delle foreste senza la necessità di piantare nuovi alberi, riducendo così l’impatto sull’ambiente e preservando la biodiversità. Solo per dare un’idea: un singolo cedro può fornire fino a 100 tronchi e viene tagliato ogni 20 anni, preservando l’albero madre per secoli e garantendo una produzione sostenibile di legno.